Una generazione senza fissa dimora

"Comprerei (casa) ma non posso": un milione di Millennial non ha i soldi per il grande passo

Secondo una recente indagine sono tantissimi i giovani tra i 29 e i 39 anni che vorrebbero investire nel mattone, acquistando la loro prima casa. Ma non hanno le risorse economiche per farlo, a meno che non arrivi in molti casi l'aiuto dei genitori

di Manuel Santangelo
31 Ago 2025 - 06:00

Secondo un report a opera di Nomisma e T.Rowe Price ben 8 italiani su 10 pensano che l’investimento immobiliare sia il più affidabile. Puntare sul mattone ha rappresentato d'altra parte per almeno tre o quattro generazioni di connazionali la scelta più scontata, la scommessa a basso rischio, quella più solida e affidabile. La casa era lì, più o meno grande e rappresentava un punto di partenza, un balcone con vista sul futuro: "Abbiamo la salute e un tetto. Il resto si vedrà", era il refrain che si sentiva nei tinelli delle famiglie italiane e gli allora bambini fantasticavano su quelle parole.

Una generazione tradita

 Chi non ha mai giocato a immaginare la propria magione? C'era chi prendeva a modello magari quella di Barbie e la sognava accessoriata allo stesso modo di stalle misteriosamente sempre pulite e di almeno una piscina. I più sportivi immaginavano al posto di un sobrio giardino un loro personale San Siro, dove giocare a calcetto magari con uno stuolo di bambini talentuosissimi e tutti uguali a chi li aveva generati.

Poi, per carità, le ambizioni tendevano a ridimensionarsi, aiutate da un necessario realismo, ma quel pensiero positivo alla base c'era sempre: avremmo avuto una casa. E pazienza se non sarebbe assomigliata a quella sfarzosa di Tony Montana in Scarface o a quella che avevamo comprato per il nostro avatar in un videogioco. Comunque un nido da considerare solo nostro lo avremmo avuto, perché così andavano le cose, quasi per inerzia. Immaginate ora questi stessi ragazzi, cresciuti con quella incrollabile certezza a cullarli per un paio di decenni almeno, scontrarsi con la crisi abitativa nel nostro Paese nel 2025. Non sorprendetevi del loro shock.

Fai prima a costruirti una piramide da solo

 Oggi comprare casa, anche solo un bugigattolo che non disti dal lavoro quanto Marte, non è più un traguardo quasi scontato. Anzi sembra un vero e proprio miraggio, un ideale cui tendere senza troppa convinzione. A dirlo sono anche i numeri snocciolati da Niccolò Sovico (CEO e co-fondatore della piattaforma per investimenti Ener2Crowd) e resi noti dalla Dire: "I dati evidenziano una situazione peggiore del previsto: un giovane a Milano per acquistare casa impiegherebbe 147,5 anni senza mutuo e 141,3 anni con il mutuo, a Roma rispettivamente 101,2 e 87,6 anni, a Firenze 95,7 e 79,2".

Insomma, tanti cari auguri nel cercare una sistemazione stabile, anche quando poi il desiderio di metter su casa ci sarebbe in realtà pure.  Una recente indagine commissionata da Facile.it all'istituto mUp Research evidenzia infatti come più di un milione di giovani tra i 29 e i 39 anni vorrebbe comprare casa, ma non può farlo perché non ha sufficienti risorse economiche per affrontare una tale spesa. Un dato che diventa ancora più preoccupante se si considera come, anche chi non rientra in questa quota di aspiranti compratori, è riuscito a compiere l'investimento sulla sua prima dimora grazie quasi sempre soprattutto all'aiuto dei familiari.

Chi ce la fa ci riesce solo grazie ai genitori

 Ben il 40% dei Millennial ha infatti potuto intestarsi una casa grazie a un sostanzioso aiuto economico di mamma e papà, che hanno contribuito in un caso su tre. Circa 830mila intervistati hanno dichiarato di aver realizzato, prima ancora di procedere all’acquisto di casa, che senza l’aiuto dei genitori non avrebbero mai avuto i fondi. Come se non bastasse poi, più della metà degli interrogati ha fatto sapere che non restituirà il denaro, un po' perché lo considera un regalo ma anche e soprattutto perché non potrebbe farlo, anche volendo.

Va infine aggiunto per completezza che per compiere il grande passo è necessario quasi sempre sfruttare uno strumento come il mutuo, con addirittura il 69% dei ragazzi a cavallo tra i venti e quaranta che ammette di essersi rivolto a un istituto di credito pur di portare a termine la compravendita. Una percentuale che sale ulteriormente, arrivando a sfiorare quasi il 74% nelle regioni del Nord Italia.

Non c'è da stare allegri per il futuro

 Se state pensando tuttavia che le cose miglioreranno nel prossimo futuro, anche solo per una normale calmierizzazione dei prezzi del mercato immobiliare, sappiate che non avete ragioni concrete per professare un tale inguaribile ottimismo: Secondo l’Istat, nel quarto trimestre del 2024 i prezzi delle abitazioni sono infatti addirittura saliti del 4,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno prima, con una discreta accelerazione se pensiamo al comunque cospicuo +3,8% fatto registrare nel terzo trimestre 2024.

Qualcuno allora, evidentemente poco portato ad arrendersi ai foschi presagi, sarà tuttavia tentato di sperare in un aumento degli stipendi per foraggiare il mercato: anche in questo caso tocca però spegnere subito gli entusiasmi, soprattutto per i millennial e le generazioni che li seguono. Questi giovani infatti si limitano a guadagnare appena 14mila euro annui. Con quel portafogli non si paga la casa dei sogni ma nemmeno un monolocale. Forse, restando ai giocattoli, si può puntare a casine ispirate a quelle delle bambole quei piccoli universi abitativi che potevamo tenere nel palmo di una mano. In fondo vuoi mettere la comodità di non poterti perdere le cose in pochi metri quadri?

Di fronte a un panorama così sconfortante vengono in mente le prime pagine di Le cose, un libro di George Perec del 1965. L'autore in questo incipit introduce la generazione dei trentenni middle-class cresciuta in quegli anni, la prima a prosperare nella civiltà dei consumi: "Gli sarebbe piaciuto essere ricchi. Credevano che avrebbero saputo esserlo. Avrebbero saputo vestirsi, guardare, sorridere come persone ricche. Avrebbero avuto il tatto, la discrezione necessari. Avrebbero dimenticato la loro ricchezza, avrebbero saputo non ostentarla". Oggi a distanza di decenni i coetanei di quei protagonisti trentenni, cresciuti con le loro stesse convinzioni, si sono svegliati rendendosi conto di come nessuno darà loro mai la possibilità di dimostrare quanto sarebbero stati dei "bellissimi ricchi". Non solo, a questi giovani hanno tolto anche la possibilità di sognare una casa. E dire che loro ormai si erano affezionati persino all'idea di possedere un bugigattolo simile a quello di Renato Pozzetto ne Il ragazzo di campagna. 

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