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"Cesare Cesaroni si sposa"

Fassari a Tgcom: "Io come Zio paperone"

Disney chiama, i Cesaroni rispondono.

Nella Sala delle Colonne del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, Antonello Fassari (Cesare ) e Federico Russo (Mimmo) hanno reso omaggio a Topolino (il settimanale compie 60 anni) coinvolgendo il pubblico in un' interpretazione speciale di La Vera Storia di Novecento (scritta da Baricco) pubblicata nel maggio 2008 sul magazine a fumetti. Fassari in grande spolvero si è concesso volentieri al Tgcom per una chiacchierata su Disney e Cesaroni, universi vicini e similari.

Il mondo dei Cesaroni e quello di Disney: che analogie vedi?
I Cesaroni sono disneyani in assoluto.

In che senso, scusi?
Noi, e non è retorica, ma è vero, diciamo sempre che siamo come Pippo, Pluto, Paperino e company. Se si guarda alla struttura della fiction si vede come ogni volta si ricomincia da capo, con una nuova storia, un nuovo intreccio e in questo senso siamo noi stessi fumetto. Come in Topolino, ogni volta è una nuova avventura.

Cesare Cesaroni chi sarebbe nel mondo di Disney?
Il mio personaggio è taccagno forte…direi Zio Paperone

E suo fratello?
Giulio Cesaroni? Amendola è Topolino

E il suo miglior amico Enzo Masetti?
Max Tortora? Pippo o Pluto, direi.

2010, quarta serie con assenze importanti, su tutte Elena Sofia Ricci. Teme voltafaccia del pubblico?
La Ricci? Che io sappia torna nella quinta serie. E’possibile che lei rientri, è tipico della famiglia.

Ma non entra Barbara Thabita, al suo posto, come nuova fiamma di Amendola?
Sulla Tabitha non so nulla, o meglio, non so che ruolo occuperà. Non sono così sicuro, anche perché non ho letto ancora nulla, dai copioni mi piace farmi sorprendere. Quello che è certo è che Cesare Cesaroni si sposa.

Con Pamela?
Certo. Dopo tutto il casino che ha fatto non me la faccio mica scappare così. E poi ho anche già una figlia, meglio di così non si può, avere una figlia già pronta. Matilde è già bella, pronta e scodellata come un prodotto da supermercato.

Branciamore, Mastronardi? La Ricci li definisce “talentuosi ma lavativi”. Baciati dal successo troppo presto?
No, a me non sembra anche se non so in che contesto lo abbia detto. Io credo che il successo non fa mai male. Se si nasce attori giovani, principi ed eroi meglio avere successo fra i 20 e i 30 anni. Per i rospi come me invece anche tardi non cambia nulla.

Perché?
Se un caratterista può avere successo anche dopo i 50, un primo attore deve sbrigarsi. Questo successo è stata una fortuna enorme e bisogna capire che i successi sono pochi. Io ho avuto la fortuna di crescere su più di una generazione. Ho vinto il Telegatto per Avanzi, i Ragazzi della terza C, i Cesaroni. Ripetere un successo è difficilissimo anche perché un successo è sempre legato a un titolo, al film, ai temi. Oggi si pensa che sia l’attore a rendere grande un film o un lavoro ma è l’inverso.

Cesaroni specchio reale della famiglia italiana?
I Cesaroni raccontano un luogo, la famiglia, che è anche un contesto di scambio di idee, tradizioni, formazione. Una famiglia numerosa è la prima piazza in cui si discute, in cui si viene presi in giro e ci si deve confrontare con gli altri.
Noi di una generazione fa eravamo molto meno irritabili e capricciosi “de sta manica” di figli unici di oggi.

Maria Rosaria Iovinella