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"Le Iene", il monologo di Enzo Miccio: "Pensavo che ai miei genitori dispiacesse avere un figlio gay"

Il conduttore racconta il rapporto della famiglia con l’omosessualità: "Per fortuna per loro non è mai stato un dispiacere"

Da video

Enzo Miccio è stato protagonista di un toccante monologo nel corso della puntata de "Le Iene" di martedì 23 aprile.

Da quasi 20 anni volto televisivo, il conduttore ha parlato dell'omofobia e delle varie sfaccettature che questa può avere. In particolare, Miccio si è soffermato sul rapporto con la sua famiglia e sul timore del giudizio altrui, raccontando la propria esperienza personale con il coming out.

 

“Ho lasciato il mio paese appena ho compiuto 18 anni, quasi scappando - ha esordito Miccio -. Mi sono lasciato alle spalle, gli amici, gli affetti, rinunciando a crescere con i miei fratelli e con la mia famiglia. L'ho fatto perché in tanti mi hanno fatto sentire diverso. Sbagliato. E non ho trovato la forza di parlarne con nessuno, se non con qualche amica che fu capace di ascoltarmi senza giudicare".

 

 

Miccio, 53 anni a maggio, è nato a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli. Lì ha iniziato a fare i conti con l'omofobia: "L'adolescenza è sempre un momento delicato della vita, e lo è ancor di più quando scopri di avere un'identità sessuale diversa - ha continuato -. Diversa da quella che gli altri si aspettano da te, da quella che piace a loro, perché le persone sono troppo spesso spaventate o semplicemente troppo impreparate per aiutarti a gestire le tue emozioni. Nella mia famiglia la regola è sempre stata la stessa. Essere bravi e responsabili senza mai portare a casa un problema. E ciò che pensavo era che il disagio che stavo vivendo potesse essere un problema, o un peso. Pensavo che per i miei genitori avere un figlio gay potesse essere un dispiacere. Ma per fortuna non lo è mai stato. Sbagliando ho taciuto, provando a tirare dritto, almeno fino a quando sono riuscito a farcela. Oggi sono fiero della persona che sono diventato, ma voglio darti un consiglio. Non fare come me, non scappare, non avere timore di chiedere aiuto. Chiunque tu sia sappi che non sei sbagliato, educa te stesso, accettati, e ti sentirai più forte nell’affrontare la discriminazione. Sii fiero di te, sempre, perché sei unico e autentico".

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