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Addio a Franco Battiato, il fratello: "Si è spento lentamente e senza accorgersene"

Le esequie saranno in forma strettamente privata. La famiglia ha allestito un servizio d'ordine per proteggere la casa di Milo dalle telecamere 

Franco Battiato, fiori davanti alla villa di Milo: accanto a lui il fratello Michele

"Non ha capito, non c’era più, per sua fortuna avvolto da un coma profondo...". A raccontare gli ultimi momenti di Franco Battiato è il fratello Michele, che insieme alla famiglia e ad alcuni stretti collaboratori, è sempre rimasto accanto al grande artista nella sua casa rifugio di Milo, in provincia di Catania. I funerali saranno in forma strettamente privata perché, spiega il fratello, si tratta di "un momento intimo e privato che non può essere violato da interviste e telecamere".

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Michele Battiato racconta: "Ho chiamato un sacerdote nostro amico che conosceva e parlava con Franco. Ci sarà lui a benedire, accanto a noi, pochissimi, quasi gli stessi che mio fratello ha avuto vicini in questi mesi di sofferenza. Nessun altro. Ecco perché abbiamo pensato al servizio d’ordine...".

 

Franco Battiato in volo verso mondi lontanissimi: tutti i suoi dischi


La salute del musicista compositore aveva cominciato a peggiorare nel 2018, in seguito a due brutte cadute: una rimediata sul palco a Bari e l'altra in casa che gli avevano procurato la rottura del femore. Il recupero, pare, non sia mai avvenuto e da allora Battiato cominciò a isolarsi sempre più, fino ad annunciare il ritiro dalle scene nel 2019. 

Lo scorso 23 marzo ha compiuto 76 anni e, come ricorda il fratello, in qualche modo il suo giorno era riuscito a celebrarlo, assaggiando la torta in suo onore.

"Franco cominciava da giorni a perdere le facoltà. Si è arrivati a un deperimento organico per cui, pian piano, si è quasi asciugato. Non si è accorto del trapasso. Circondato da me, mia moglie, mio genero, i nipoti, i collaboratori e due medici che non ci hanno mai lasciato". 

L'ultimo saluto avverrà in forma riservatissima, in un angolo di Sicilia stretto tra l'Etna e il mare, al riparo dal frastuono che la popolarità di Franco Battiato potrebbe provocare. 

 

Quando Battiato pubblicizzò un divano negli anni 70: la foto simbolo di un'epoca

Capelli lunghi e crespi, occhialoni psichedeleci e folte basette. Il volto pitturato di bianco non nasconde un'aria di sfida, mentre, con una gamba accavallata, un giovane Franco Battiato domanda: "Che c'è da guardare? Non avete mai visto un divano?". Era il 1971 quando Milano venne invasa da questi cartelloni pubblicitari che lo ritraevano sprofondato in un sofà di pelle e con un look eccentrico accentuato da pantaloni con lo stendardo a stelle strisce e da un paio di stivaloni da cowboy. 

L’ideatore di questa pubblicità fu Gianni Sassi (Varese 1938 – Milano 1993), uno dei protagonisti più eclettici del panorama culturale italiano di quel periodo. Art director, fotografo, discografico, collaboratore e ispiratore di artisti italiani come Battiato, il gruppo Area, Finardi e gli Skiantos, Gianni Sassi fu anche editore: lavorò, tra gli altri, con Nanni Balestrini e Umberto Eco, collaborò con la rivista culturale "Alfabeta" e nel ’82 fondò "La Gola", un mensile gastronomico.

Ritrasse così Franco Battiato all'epoca degli album sperimentali "Fetus" e "Pollution" quando nei live con gli Osage Tribe si dipingeva il volto di bianco. L'intuizione di Gianni Sassi fu quella di caricare il set di luci calde che crearono un contrasto fortissimo sul viso del cantante, tanto da renderlo crepato e conferirgli una sorta di effetto "Frankenstein". 

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