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Quando Battiato pubblicizzò un divano negli anni 70: la foto simbolo di un'epoca

Capelli lunghi e crespi, occhialoni psichedeleci e folte basette. Il volto pitturato di bianco non nasconde un'aria di sfida, mentre, con una gamba accavallata, un giovane Franco Battiato domanda: "Che c'è da guardare? Non avete mai visto un divano?". Era il 1971 quando Milano venne invasa da questi cartelloni pubblicitari che lo ritraevano sprofondato in un sofà di pelle e con un look eccentrico accentuato da pantaloni con lo stendardo a stelle strisce e da un paio di stivaloni da cowboy. 

L’ideatore di questa pubblicità fu Gianni Sassi (Varese 1938 – Milano 1993), uno dei protagonisti più eclettici del panorama culturale italiano di quel periodo. Art director, fotografo, discografico, collaboratore e ispiratore di artisti italiani come Battiato, il gruppo Area, Finardi e gli Skiantos, Gianni Sassi fu anche editore: lavorò, tra gli altri, con Nanni Balestrini e Umberto Eco, collaborò con la rivista culturale "Alfabeta" e nel ’82 fondò "La Gola", un mensile gastronomico.

Ritrasse così Franco Battiato all'epoca degli album sperimentali "Fetus" e "Pollution" quando nei live con gli Osage Tribe si dipingeva il volto di bianco. L'intuizione di Gianni Sassi fu quella di caricare il set di luci calde che crearono un contrasto fortissimo sul viso del cantante, tanto da renderlo crepato e conferirgli una sorta di effetto "Frankenstein". 

Quando Battiato pubblicizzò un divano negli anni 70: la foto simbolo di un'epoca

Capelli lunghi e crespi, occhialoni psichedeleci e folte basette. Il volto pitturato di bianco non nasconde un'aria di sfida, mentre, con una gamba accavallata, un giovane Franco Battiato domanda: "Che c'è da guardare? Non avete mai visto un divano?". Era il 1971 quando Milano venne invasa da questi cartelloni pubblicitari che lo ritraevano sprofondato in un sofà di pelle e con un look eccentrico accentuato da pantaloni con lo stendardo a stelle strisce e da un paio di stivaloni da cowboy. 

L’ideatore di questa pubblicità fu Gianni Sassi (Varese 1938 – Milano 1993), uno dei protagonisti più eclettici del panorama culturale italiano di quel periodo. Art director, fotografo, discografico, collaboratore e ispiratore di artisti italiani come Battiato, il gruppo Area, Finardi e gli Skiantos, Gianni Sassi fu anche editore: lavorò, tra gli altri, con Nanni Balestrini e Umberto Eco, collaborò con la rivista culturale "Alfabeta" e nel ’82 fondò "La Gola", un mensile gastronomico.

Ritrasse così Franco Battiato all'epoca degli album sperimentali "Fetus" e "Pollution" quando nei live con gli Osage Tribe si dipingeva il volto di bianco. L'intuizione di Gianni Sassi fu quella di caricare il set di luci calde che crearono un contrasto fortissimo sul viso del cantante, tanto da renderlo crepato e conferirgli una sorta di effetto "Frankenstein". 

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