COOPERAZIONE STRATEGICA

Medioriente e Ucraina, le due guerre legate nel nome di Iran e Russia: ecco come

L'escalation e gli interventi diretti di Israele e Usa hanno mostrato l'intima connessione tra le due guerre in corso. Legando ancor di più Teheran e Mosca in ottica anti-occidentale e ribadendo l'importanza cruciale della cerniera euroasiatica negli equilibri globali

di Maurizio Perriello
28 Giu 2025 - 20:27
 © Ansa

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La scelta di Israele di inasprire la contesa con l'Iran e quella degli Stati Uniti di intervenire direttamente a supporto del loro più stretto alleato in Medioriente hanno modificato gli equilibri globali più di quanto si creda. Avvalorando la tesi della guerra mondiale a pezzi teorizzata da Papa Francesco. Non è un caso infatti che i due maggiori conflitti in corso corrano lungo quella cerniera di mondo che divide idealmente Occidente e Oriente, e che va dalla Finlandia a nord a Mar Nero e Golfo Persico a sud. La partnership tra Russia e Iran, di recente elevata al grado "strategico" e rinnovata per i prossimi 20 anni, coinvolge anche (e soprattutto) il settore militare. Con una clausola fondamentale: nessuna delle due parti permetterà che il proprio territorio venga utilizzato per minacciare la sicurezza dell'altra. Una mossa irrinunciabile per il Cremlino, orfano della Siria dopo la caduta del regime di Assad.

Russia e Iran, vecchi amici

 Nonostante intrattenga rapporti intimi con Israele, secondo Paese russofono al mondo, la Russia ha sottoscritto un accordo di parntenariato strategico con l'Iran. Un legame che parte da lontano. L'Unione Sovietica fu il primo Stato a riconoscere la Repubblica Islamica nel 1979, dopo la rivoluzione sciita. Nel 1989, l'Iran firmò un accordo sulle armi con l'Urss e la collaborazione continuò anche dopo il crollo del gigante sovietico. Nel maggio 2007, Teheran fu invitata ad aderire alla Csto, un'alleanza a guida russa volta a contrastare la Nato, ma alla fine rifiutò. Nel 2015, Putin revocò il divieto di vendita di armi all'Iran e Mosca consegnò diversi sistemi missilistici S-300. I due Paesi hanno poi concordato un accordo da 10 miliardi di dollari per elicotteri, aerei e artiglieria.

I droni iraniani nelle mani dei russi

 Nel 2022, dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina, una delegazione russa ha visitato l'Iran per osservare la produzione dei droni Shahed. Inizialmente, l'Iran ha minimizzato i trasferimenti, rivendicando la neutralità. Alla fine ha però fornito alla Russia la tecnologia per produrre i droni Shahed a livello nazionale, divenuti ben presto la tecnologia Uav più adoperata in guerra. Oggi la Russia produce circa il 90% dei suoi droni Shahed a livello nazionale e fa meno affidamento sulle forniture dirette persiane. La produzione è aumentata rapidamente: entro la primavera del 2025, ne sono stati schierati oltre 10mila. Entro giugno è stata raggiunta quota 20mila, rendendoli uno strumento fondamentale nell'arsenale russo. Oltre agli Shahed, la Repubblica Islamica avrebbe fornito alla Federazione anche missili balistici a corto raggio, ampliando la collaborazione in campo militare.

Partenariato strategico, ma a vantaggio della Russia

 Per contro, la Russia non ha inviato alcun aiuto militare all'Iran, rendendo la cooperazione decisamente unilaterale. Sulla carta, il partenariato è definito "strategico". In realtà, è profondamente asimmetrico. Mosca ottiene droni, missili, nuove tecnologie e una rete commerciale a prova di sanzioni, tutti estremamente vitali per la sua guerra contro l'Ucraina. Per compensare e salvare le apparenze, nel gennaio 2025 i due Paesi hanno firmato un'intesa ventennale che comprende commercio, energia, intelligence e tecnologie avanzate. Sebbene non si tratti di un'alleanza militare formale, la sua portata è ampia. Un esempio è dato dal settore bancario-finanziario. Dopo essere stati tagliati fuori dal sistema Swift, Iran e Russia hanno collegato i loro sistemi bancari (Sepam e Spfs) per consentire lo scambio diretto rial-rublo. Un meccanismo studiato per aggirare le sanzioni occidentali, consentendo a oltre 700 banche russe e oltre 100 istituti stranieri di effettuare transazioni, creando un'oasi finanziaria estranea al controllo degli Stati Uniti. Quando però l'Iran è stato ripetutamente attaccato da Stati Uniti e Israele, non ha ricevuto in cambio alcun sostegno militare dal Cremlino. Mosca ha inviato lettere e diramato condanne dure, ma nessun sistema di difesa, nessuna arma e nessuna garanzia di mutuo soccorso.

Il ruolo russo nel nucleare iraniano

 Già prima dei bombardamenti americani sui siti nucleari iraniani, che dovrebbero aver riportato indietro di anni il programma atomico di Teheran, le valutazioni degli ispettori dell'Aiea e degli analisti non avevano dati certi sulla soglia d'arricchimento dell'uranio. Ciò che è certo è che Russia e Iran hanno rilanciato proprio nel 2025 la cooperazione in ambito energetico e della sicurezza informatica. Rosatom ha sostenuto il programma nucleare civile iraniano, fornendo know-how tecnologico ma nella ferma intenzione di non consentire al Paese di ottenere la Bomba. Nel frattempo le parti hanno portato avanti accordi di scambio di gas e una difesa informatica congiunta, rafforzando infrastrutture lontane dal braccio occidentale.

Come la guerra tra Iran e Israele può svantaggiare l'Ucraina

 La Russia ha poi beneficiato non poco dello spostamento dell'attenzione mondiale dall'Ucraina al Medioriente. Mentre la coalizione israelo-americana prendeva di mira i siti militari iraniani, Mosca ha continuato a bombardare gli obiettivi ucraini giungendo alla conquista pressoché completa dell'oblast di Lugansk. In preda alla disperazione sotto le bombe israelo-americane, il Parlamento iraniano ha persino votato per minacciare l'ultima carta: la chiusura dello Stretto di Hormuz. Una mossa che avrebbe danneggiato la stessa Repubblica Islamica ma soprattutto l'Europa, che dipende in maniera consistente dal petrolio che lo attraversa. Un forte aumento dei prezzi avvantaggerebbe un solo paese: la Russia. E in parte anche gli stessi Usa, che a quel punto rifornirebbero di greggio le proprie province europee. Dopo l'escalation del 13 giugno, gli Stati Uniti hanno inoltre dirottato verso Israele alcuni sistemi di difesa inizialmente destinati all'Ucraina.

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