IL PIANO LYNCH

E se gli Usa comprassero il Nord Stream 2? La proposta di un investitore americano alla Germania

L'iniziativa del repubblicano Stephen Lynch risponde alla reale strategia americana per l'Europa: evitare che le grandi capacità tedesche incontrino l'energia russa. Ma con una proprietà americana, il discorso cambierebbe. E intanto anche nell'Ue c'è chi vuole riaprire i rubinetti del gas di Mosca

di Maurizio Perriello
06 Giu 2025 - 17:25
 © Ansa

© Ansa

La guerra in Ucraina ha sollevato una nuova "cortina" tra Europa e Russia anche dal punto di vista energetico. Fin dai primi mesi successivi all'invasione su larga scala, gli Stati Ue avevano annunciato e in seguito imposto l'embargo agli idrocarburi russi, paventando di recente uno stop totale alle importazioni di energia da Mosca previsto per il 2027. Non tutti, però sono d'accordo. Non solo tra i Paesi europei, com'è noto, ma anche negli Stati Uniti. Un grande investitore americano, il repubblicano Stephen Lynch, ha proposto un progetto a dir poco audace alla Germania: acquistare il Nord Stream 2, cioè il "raddoppio" del gasdotto costruito per trasportare gas dalla Russia all'Europa passando per il Baltico e approdando in terra tedesca. Attualmente non è attivo neanche il "primo", il Nord Stream, a causa del pesante sabotaggio subìto nel 2022. Dietro entrambi gli eventi, cioè la proposta di Lynch e la distruzione dell'oleodotto, ci sarebbe l'inevitabile strategia americana per il continente europeo: evitare che le grandi capacità tedesche incontrino l'energia russa. Specialmente in periodo di riarmo.

Mentre da un lato gli Usa appaltano all'Europa il peso (economico e materiale) della difesa del continente, inscenando ministeriali della Nato come se fossero affari non tipicamente americani, dall'altro abbandonano parzialmente la narrazione anti-russa per dialogare col Cremlino. Niente di strano, è il modo di agire delle grandi potenze. La proposta di Lynch rivelerebbe appunto la volontà comune, americana e russa, di cooperare anziché competere nella vendita del gas all'Europa.

L'importanza geopolitica dell'energia e "l'incubo" degli Usa

 Ricordate quando si comincò a insinuare insistentemente che il Nord Stream fosse stato sabotato e distrutto dagli stessi americani o, comunque, da occidentali? L'accusa della Procura federale tedesce nei confronti di sub ucraini, poi, non ha fatto che avvallare l'ipotesi. Al di là del fatto che siano stati effettivamente americani o europei a far saltare il gasdotto sottomarino, è invece fuori di dubbio che la situazione fosse molto favorevole alla strategia degli Usa. E cioè: evitare che un Paese emerga rispetto agli altri e si imponga, magari legandosi alla Russia per sfruttarne le risorse naturali. Da qui il più grande "incubo" per i decisori americani: un filo diretto tra Berlino e Mosca. Gli Stati Uniti hanno combattuto due guerra mondiali per spezzare questo legame, e la successiva Guerra Fredda è stata intrapresa (anche) per impedire la rinascita di questo sodalizio. Una volta pacificato il continente ed eliminata la concorrenza dell'Unione Sovietica, gli Usa hanno visto nelle forniture di energia un forte strumento geopolitico nelle mani di Mosca col quale penetrare in Europa. La guerra in Ucraina ha contribuito a tagliare questo cordone ombelicale fatto di gas e petrolio. Il successivo disimpegno statunitense e il riavvicinamento diplomatico al Cremlino, operato dalla seconda amministrazione Trump, hanno turbato nuovamente l'equilibrio euro-russo. E ora la Casa Bianca non esclude l'idea di collaborare con Mosca per fornire, e dunque controllare, il gas russo agli Stati Ue.

La proposta americana sul Nord Stream 2 e l'incontro Trump-Merz

 Come riportato dal New York Times, Lynch aveva già avanzato la proposta di acquisto del Nord Stream 2 all'amministrazione Trump, basandosi sulla convinzione che Washington avrebbe visto di buon occhio il controllo su un'infrastruttura energetica così cruciale. I funzionari tedeschi erano "scettici" in un incontro del 6 maggio con Lynch e funzionari americani a Berlino, ha dichiarato il super investitore, sottolineando che non fosse compito suo convincerli dei vantaggi di acquistare nuovamente gas russo a basso costo. La proposta, insomma, è arrivata sul tavolo di Berlino ed è stata trattata dalle due cancellerie, anche se non sotto i riflettori come il bilaterale tra Donald Trump e Friedrich Merz. Al punto che il portavoce del leader tedesco aveva puntualizzato, ben prima del vertice, che Berlino si sarebbe opposta con forza a un'eventuale proposta di utilizzo del gasdotto russo. Di più: la settimana scorsa Merz aveva inoltre dichiarato che la Germania avrebbe fatto "tutto il possibile" per garantire che il Nord Stream 2 "non possa essere rimesso in funzione".

Il "derussificatore di risorse russe", chi è Stephen Lynch

 Lynch e una fetta di apparati americani contano sul fatto che l'Ue sposi prima o poi l'idea di un ripristino, anche parziale, del flusso energetico russo. Senza contare che la proprietà del Nord Stream da parte di un esponente americano aumenterebbe il controllo occidentale e permetterebbe all'Europa di evitare accordi diretti con entità o persone russe sotto sanzioni. Del resto, i provvedimenti comunitari e le sanzioni secondarie non prevedono scenari sull'acquisto di gas russo veicolato o controllato da entità statunitensi. Stephen Lynch, che ha vissuto oltre vent'anni a Mosca prima di tornare a Miami, si racconta come un grande esperto nel "derussificare" le risorse russe. A suo dire, insomma, il progetto non rappresenta un favore a Putin, ma offre l'opportunità di tenerlo "sotto schiaffo". Nel 2022 il Dipartimento del Tesoro americano diede a Lynch il via libera per l'acquisto della filiale svizzera della sanzionata banca statale russa Sberbank. Ancor prima, nel 2007, il repubblicano fu criticato per "aver fatto il gioco del Cremlino" acquistando ciò che restava di una compagnia petrolifera russa il cui principale proprietario, l'oligarca Mikhail Khodorkovsky, si era scontrato con Putin. Nel 2024, Lynch tentò senza successo di convincere Biden ad accordargli una licenza che gli avrebbe permesso di negoziare direttamente con i funzionari tedeschi per il Nord Stream 2.

I rapporti tra Lynch e Trump

 A febbraio di quest'anno Lynch ha rinnovato la sua richiesta anche all'amministrazione Trump, domandando di nuovo la licenza al Dipartimento del Tesoro. A prescindere dal messaggio o dalla richiesta, la sua non è una voce che Trump può ignorare. Il maxi investitore repubblicano ha donato più di 700mila dollari alla campagna elettorale del tycoon, come si evince dai documenti della Commissione elettorale federale. Il peso economico e l'influenza politica della sua figura hanno spinto Lynch a riproporre la sua idea ai decisori statunitensi: "Il Nord Stream 2 può essere uno strumento geopolitico per allineare la Russia con l'Occidente". A una condizione, però: "Nessuna partita di gas russo sarà trasportata finché non sarà raggiunta la pace in Ucraina". Lynch sa benissimo che senza questa precisazione avrebbe trovato un muro davanti alla porta di quasi tutti gli apparati statunitensi.

Il progetto di Lynch è più "condiviso" di quanto si pensi

 Il gasdotto da 11 miliardi di dollari, di proprietà del colosso energetico russo Gazprom, è stato finanziato da un pool di società e banche europee. Dopo la chiusura occidentale a Mosca, il Nord Stream è stato sottoposto a una procedura di ristrutturazione del debito in un tribunale svizzero. Lynch ha affermato che se gli fosse concessa la licenza per negoziare, schiererebbe altri investitori per unirsi a lui e si aspetterebbe di acquistarlo con un forte sconto. Con una garanzia: tutti i fondi stanziati per la Russia verrebbero tenuti in garanzia fino al termine della guerra in Ucraina. Una postilla che gli strateghi americani conoscevano già ad aprile, quando hanno delineato un potenziale accordo di pace per l'Ucraina. Il piano prevedeva infatti la possibile ripresa della cooperazione energetica tra Stati Uniti e Russia. Anche la Russia ne era ben informata. Al punto che lo stesso Putin accennò all'idea a gennaio, dopo l'insediamento di Trump, affermando che Mosca e Washington potrebbero lavorare insieme per mantenere i prezzi dell'energia "né troppo bassi né troppo alti". A marzo il presidente russo aveva rincarato la dose, affermando che se "gli Stati Uniti e la Russia si accordassero sulla collaborazione nel campo energetico, allora sarebbe possibile garantire un gasdotto verso l'Europa".

Nord Stream decisivo ancora prima della guerra

 Prima dell'invasione del febbraio 2022, mentre la Russia si mobilitava per la guerra, il presidente americano Joe Biden aveva promesso che, se Mosca avesse violato il territorio ucraino, "non ci sarebbe più stato un Nord Stream 2". Gli Usa imposero sanzioni alla società statale che possedeva il gasdotto, spingendo la Germania a opporsi all'entrata in funzione dell'infrastruttura appena completata. La preoccupazione americana per il legame che il Nord Stream avrebbe ricreato tra Germania e Russia emerse anche un paio di anni prima. Nel 2020, il sindaco della cittadina tedesca di Sassnitz e la società che gestiva il porto tedesco di Mukran si videro recapitare una lettera di fuoco, firmata da tre senatori statunitensi (Ted Cruz, Tom Cotton e Ron Johnson). Si intimava ai tedeschi di bloccare servizi garantiti alle navi e alle squadre russe che dovevano realizzare il gasdotto. In caso contrario, sarebbero scattate pesanti sanzioni contro 120 aziende di 12 Paesi europei coinvolte nel progetto.

In Europa c'è chi (ri)vuole il gas russo

 Nel mezzo delle frenetiche manovre geopolitiche degli ultimi mesi, innescate dal disgelo russo-americano, il futuro dell'approvvigionamento energetico europeo è emerso come fonte di tensione e vulnerabilità mentre il continente cerca di tracciare un percorso indipendente. Tuttavia, come su molti dossier, l'Unione europea si è dimostrata molto poco unita. I due maggiori compratori europei di gas naturale russo non approvano il piano di Bruxelles di chiudere del tutto i rubinetti di Mosca, sostenendo di aver bisogno di maggiori rassicurazioni sulle conseguenze economiche e legali di tale decisione prima di prendere una decisione. Il primo di questi Paesi, la Francia, ha dichiarato di preferire una strategia di ricerca di fonti alternative. Il secondo acquirente nella classifica Ue, il Belgio, chiede un rapporto che descriva ne dettaglio le ricadute economiche prima di prendere una decisione. Il terzo e il quarto compratore di gas russo, cioè Spagna e Paesi Bassi, sposano invece la volontà della Commissione Ue di tagliare i ponti con Mosca.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri