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Francia, morto l'ex presidente Valéry Giscard d'Estaing: fu Capo dello Stato dal 1974 al 1981

Il decesso è stato causato da complicanze legate al Covid

E' morto l'ex presidente della Repubblica francese, Valéry Giscard d'Estaing. Aveva 94 anni. Negli ultimi mesi era stato ricoverato più volte, prima a Parigi e poi a Tours, per una lieve infezione ai polmoni e per problemi cardiaci. La famiglia ha spiegato che il decesso è stato causato da complicanze legate al Covid. Grande europeista, fu Capo dello Stato dal 1974 al 1981.

Il più giovane e il più moderno L'ex presidente è morto "circondato dalla sua famiglia" nella sua proprietà ad Authon, nel Loir-et-Cher, fa sapere il suo entourage. Il più giovane presidente della Quinta Repubblica quando fu eletto nel 1974, Giscard d'Estaing fece una delle sue ultime apparizioni pubbliche il 30 settembre 2019 durante i funerali a Parigi di un altro presidente, Jacques Chirac, che fu il suo primo ministro.

 

Arrivò all'Eliseo battendo al fotofinish Francois Mitterrand, che 7 anni dopo si sarebbe ripreso la rivincita. Era la Francia appena uscita dai 30 anni del boom (les Trente-Glorieuses dal dopoguerra), ancora sotto shock per un Sessantotto che aveva segnato un passaggio d'epoca ma aveva lasciato molte lacerazioni. Il quarantottenne rampante Valéry Giscard d'Estaing, nato a Coblenza in Germania dove suo padre era in missione per la sua banca (era la Germania di Weimar), arrivò al potere come primo presidente non gollista e incarnazione di una modernità vincente.

 

Portò all'Eliseo un vento di libertà e novità Grande famiglia borghese, scuole prestigiose alle spalle (Politecnico e scuola di amministrazione ENA), trovò le sue radici politiche nel centrodestra liberale e cristiano-democratico che furono pilastri dell'Europa del dopoguerra. Diceva di ammirare due uomini, il generale de Gaulle e Jean Monnet, padre dell'Europa. Al governo era approdato già nel 1959, cominciando a collezionare posti e cariche di prestigio soprattutto al ministero dell'Economia e Finanze, per tutti gli anni Sessanta. Il suo avvento all'Eliseo fece soffiare - dopo gli anni di de Gaulle e Pompidou - un vento di libertà e di grande novità.

 

Fu con lui che videro la luce in Francia riforme progressiste come l'abbassamento della maggiore età a 18 anni e la depenalizzazione dell'aborto. Ma ad innovare fu anche il suo stile, sempre elegante ma sportivo e senza fronzoli, primo presidente al quale piaceva esibirsi come amante e praticante dello sport - sci o calcio - o che non esitò a far comparire la figlia sui manifesti di campagna elettorale o la moglie Anne-Aymone per i tradizionali auguri di fine anno ai francesi in tv. Alto, slanciato, sembrava voler cambiare la Francia dalle radici fino ai colori della bandiera tricolore e al ritmo della Marsigliese (i primi li amava più chiari, la seconda con ritmo più lento).

 

Le ombre sulla fine del suo mandato Il suo mandato scricchiolò nella seconda parte, con la crisi economica dovuta allo shock petrolifero e i casi sospetti che videro coinvolto il suo nome: il suicidio del suo ministro Robert Boulin, mai completamente chiarito, e lo scandalo dei diamanti in regalo dal presidente centrafricano Bokassa. Il 10 maggio 1981, la sconfitta con la quale la Francia voltò di nuovo pagina e scelse come presidente il socialista François Mitterrand. 

 

Europeista convinto fin dagli anni della sua formazione, Giscard prese nel 2001 la guida della Convenzione per l'Europa, incaricata di redigere la Costituzione europea, che sarà però poi bocciata dal referendum. Nel 2003, brillante economista e autore di diversi libri e trattati, fu eletto all'Accademia di Francia.

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