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"Cercasi nano che faccia tenerezza": bufera su casting fiction Rai

Licenziata la responsabile della selezione di Romanzo famigliare. La regista Francesca Archibugi: "Mi vergogno, ma non ne sapevo nulla". La Rai "censura la frase"

"Cercasi un attore 15/18 anni nano o con altra disabilità che trasmetta tenerezza".

E' il testo dell'annuncio, pubblicato su Facebook, per il casting di una fiction Rai: una richiesta shock che ha fatto scoppiare il finimondo sui social e che si è conclusa con il licenziamento di Luana Velliscig, responsabile della selezione per la serie tv Romanzo Famigliare.

L'appuntamento per il casting, spiegava il post, è fissato per il 30 e 31 maggio e per il 1° giugno a Torino. Ma sul social network la frase "nano o con altra disabilità che trasmetta tenerezza" suscita immediatamente una marea di proteste. E mentre il post incriminato scompare da Facebook, continuano a fioccare le reazioni. Ad esempio quella di Massimiliano Ulivieri, web designer e social media manager affetto da distrofia muscolare: "Giro da anni l'Italia per far capire che una persona con disabilità ha desideri affettivi e sessuali come ogni essere umano poi leggo questi annunci e mi dico: sessualità? Ma qui siamo all'anno 0. Qui siamo ancora al disabile".

Fra i commenti che diventano subito vitali, quello di Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore e conduttore radio e tv e papà di Tommy, 18enne autistico, che posta su YouTube un video in cui compare con il figlio. Il quale mostra un cartello: "casting disabili? #tenerezzastocazzo". "Ecco, siamo noi - dice Nicoletti nel video - ispiriamo tenerezza, guardate quanta tenerezza ispira questo ragazzo, guardate questa sua frase che tende a intenerire quanti potranno vederlo nel film...".

Dalla regista della fiction, Francesca Archibugi, sono invece subito arrivate le scuse: "Mi vergogno tantissimo, hanno tutti ragione, né io né la produzione sapevamo niente di questo annuncio. Lo ripeto: mi vergogno e questa è l'unica cosa che posso dire". Scuse anche da parte della società di produzione Wildside, che sottolinea come "Il linguaggio gravemente inopportuno e offensivo utilizzato non è stato in alcun modo approvato da noi".

Anche Rai Fiction, in una nota, "censura con forza la frase comparsa sulla pagina Fb della responsabile casting della società di produzione Wildside". Nel prendere atto che Wildside "ha interrotto il rapporto di lavoro con la signora, Rai Fiction esprime vicinanza a tutti coloro che si sono sentiti offesi. I temi della disabilità, della malattia, delle diversità, sono centrali nelle fiction Rai e vengono sempre affrontati con attenzione alla dignità e al valore di tutte le persone coinvolte, come dimostrano anche i numerosi riconoscimenti di enti e associazioni".

Un'"espressione infelice" anche per la Film Commission torinese, che in una nota rileva "la mancanza di tatto e il dubbio gusto dell'espressione usata dalla casting. Va tuttavia precisato - spiega Fctp - che l'annuncio è stato pubblicato sul profilo personale della casting, una libera professionista assunta dalla produzione e non una nostra dipendente alla quale abbiamo subito chiesto di modificare quella espressione".