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Juve, prima settimana decisiva

Domani sera il Malmoe, poi il Milan a San Siro: sei giorni per restare... Allegri

- Si è tolta di dosso quel po' di polvere rimasta sotto le macerie dell'addio di Antonio Conte e, in meno di niente, ha somatizzato il nuovo corso firmato Allegri. La Juve riparte da dove l'avevamo lasciata, vincendo sempre e prendendosi subito la vetta della classifica. Con qualche dato significativo, come ad esempio lo zero alla voce gol subiti nonostante mezza difesa titolare fuori. Il bello, però, viene ora: Malmoe in Champions domani sera; Milan in campionato sabato.

Juve, prima settimana decisiva

La lunga stagione bianconera, insomma, parte realmente adesso perché adesso arrivano gli impegni da non fallire. Facciamo però un piccolo passo indietro e mettiamo, per così dire, le mani nel "portafoglio juventino". Intanto il passaggio da Conte ad Allegri. Chi si aspettava un calo di concentrazione e un entusiasmo in ribasso ha, fin qui, decisamente sbagliato le previsioni. Da un tecnico all'altro la Juve è cambiata poco. Nulla, per questione legate agli infortuni e alle squalifiche, nel modulo, che è ancora il 3-5-2 "contiano". Abbastanza sotto il profilo del gioco: ad Allegri piacciono le squadre che gestiscono il gioco e la sua Juve, in questo senso, è già l'estensione dei suoi pensieri. Possesso palla costante ed "esagerato" rispetto agli scorsi campionati. Tuttosport ha quantificato in 100 i passaggi in più a partita rispetto al vecchio corso. Il tutto senza Pirlo, l'uomo che in ogni caso tiene maggiormente il pallone tra i piedi. La Juve, da questo punto di vista, è meno rapida e aggressiva forse, ma anche meno attaccabile. Fin che la palla l'hai tu, non prendi gol. L'altro aspetto interessante riguarda Allegri in prima persona. Chi ricordava - e faceva ricordare - i suoi avvii di stagione con Cagliari e Milan non si aspettava forse sei punti facili in due partite. Invece voilà, senza affanni, con almeno un paio di mezz'ore pazzesche sotto il profilo atletico. La Juve che ti distruggeva con Conte, continua a distruggerti con Allegri. Quindi una questione di mentalità più che di gambe. Di fame che non passa. Questa fame va portata ora in Europa, dove i bianconeri hanno ultimamente buttato via tutto proprio all'inizio della competizione e contro squadre sulla carta molto inferiori. Il Malmoe verrà a Torino a difendersi, questo è pacifico. Quindi serviranno intelligenza e sangue freddo. Basta vincere, non importa come, ma è necessario, imprescindibile, vincere.
Gli uomini chiamati a superare il primo ostacolo Champions sono in gran parte quelli che hanno tirato la carretta in queste prime due partite di campionato. Dietro, però, si rivedrà Chiellini, finalmente disponibile, e a lasciarsi il posto sarà Ogbonna. Barzagli, visto anche lo stato di forma di Caceres, non sarà rischiato. In mezzo al campo Allegri non toccherà Marchisio e Pogba, ma deve pensare a come sostituire lo squalificato Pereyra, bravissimo contro l'Udinese. In quel ruolo potrebbe giocare Romulo, che serve però per far rifiatare anche Lichtsteiner. Le alternative sono Padoin e Coman, con la seconda opzione però molto, forse troppo, offensiva. Davanti Tevez e Llorente sono intoccabili, ma il pubblico bianconero aspetta anche Morata, brillante nel mini-spezzone di partita di sabato.
Una volta archiviata la pratica Malmoe, si penserà al Milan. E sarà tutt'altra storia, sia per il valore dell'avversario sia perché Allegri potrebbe trovarsi con due pezzi da novanta a disposizione: per Pirlo si saprà qualcosa in più oggi, per Vidal si spera nel miracolo. Difficile che il cileno possa essere a disposizione, ma non impossibile.

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