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L'ultima intervista di Puigdemont da uomo libero: "La vita sta diventando troppo eccitante"

A incontrarlo a Helsinki è stata la giornalista russa Oxana Chelysheva, che a Tgcom24 racconta: "Era consapevole delle possibili mosse di Madrid"

L'ultima intervista di Puigdemont da uomo libero:
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"Era consapevole delle possibili mosse di Madrid, per questo scherzando mi ha detto: 'La vita si sta facendo eccitante'".

A raccontare a Tgcom24 le sensazioni di Carles Puigdemont a poche ore dal suo fermo in Germania la giornalista russa Oxana Chelysheva che ha incontrato l'ex presidente della Catalogna a Helsinki, in Finlandia. In quella occasione il politico catalano le ha rilasciato l'ultima intervista "da uomo libero", come sottolinea la stessa Chelysheva.

Nella foto Oxana Chelysheva con Carles Puigdemont a Helsinki (Cortesia di Oxana Chelysheva per Tgcom24)

Oxana Chelysheva, rifugiata politica russa in Finlandia, membro dell'unione dei giornalisti finlandesi, è stata l'ultima reporter a intervistare Carles Puigdemont da uomo libero. Cosa ricorda di quell'incontro?
"Ci siamo visti a Helsinki venerdì sera. Al mattino ha tenuto una conferenza all'Università alla quale ho partecipato".

Era tranquillo o temeva per la sua vita e la sua libertà?
"Era consapevole delle possibili mosse di Madrid. Scherzosamente mi ha detto: 'La vita sta diventando troppo eccitante'".

Che impressioni le ha fatto?
"E' un uomo interessante e un interessante conversatore. Abbiamo parlato a lungo anche off record".

Di cosa avete parlato?
"Del momento attuale, di questioni urgenti di politica internazionale e del suo personale atteggiamento nei confronti di complesse sfide politiche in altri Paesi. Anche nel suo intervento all'Università ha sottolineato che 'il futuro è dei Paesi non occidentali. Gli Stati che cercano di costringere le loro società ad essere auto-distruttive non hanno prospettive'".

Puigdemont rivolge dunque lo sguardo ad Est?
"Era chiaro che voleva essere ascoltato nel mondo russofono. Prima dell'intervista mi ha fatto molte domande sul mio lavoro in Russia, Cecenia e Ucraina ora".

E di Russia, in particolare, avete parlato?
"Mi ha fatto capire di avere molto chiaro il ruolo della Russia sia nella questione ispano-catalana sia su altri temi mondiali. Gli ho chiesto, per esempio, se avesse ricevuto soldi da Mosca. Mi ha risposto: 'Né da Mosca, né da altri'. Era sarcastico...".

Ma sull'Unione Europa Puigdemont ha dato un giudizio?
"L'ultima parte della nostra conversazione si è chiusa con queste sue parole: 'Non ripongo speranze nelle autorità dell'Ue, ma spero nel popolo d'Europa'".

E lei come si sente con in mano un'intervista che si può considerare storica?
"In realtà è la più triste intervista che abbia mai potuto scrivere: ho dovuto riportare come si sente una persona che sta per essere privata della sua libertà, poche ore prima che questo accada".