FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Brexit, governo May battuto su emendamento chiave

La modifica alla legge quadro sul divorzio di Londra dalla Ue prevede che gli accordi che verranno presi con lʼUnione europea passino un voto vincolante del Parlamento britannico

Brexit, governo May battuto su emendamento chiave - foto 1
-afp

Schiaffo per il governo di Theresa May battuto alla Camera dei Comuni su un emendamento cruciale alla legge quadro destinata ad attuare la Brexit.

L'emendamento, presentato da una quindicina di deputati conservatori ribelli e appoggiato dalle opposizioni, obbliga a inserire nel testo l'impegno per un voto vincolante del Parlamento britannico sugli accordi finali sul divorzio dall'Ue che l'esecutivo negozierà con Bruxelles.

Lo smacco per il governo May è arrivato a Westminster nel giorno in cui Strasburgo ha dato l'agognato "nulla osta" al Consiglio Europeo a procedere verso la fase due del faticoso negoziato sulla Brexit dopo l'intesa sui nodi preliminari.

Il fronte dei vincitori - A cantare vittoria non sono stati però solo i sostenitori Tory di una Brexit super soft, come l'ex ministra Nicki Morgan ("stasera il Parlamento ha ripreso il controllo del processo" di uscita dall'Ue, il suo tweet a caldo), ma anche oppositori a tutto tondo come l'attivista e businesswoman Gina Miller. Oltre naturalmente a Corbyn, che ha parlato di "una sconfitta" e di "una perdita umiliante di autorità" per Theresa May, denunciandone la cocciutaggine e tornando a fiutare lo spiraglio di una crisi che potrebbe persino aprirgli la via di Downing Street.

Cosa prevede l'emendamento - L'emendamento della discordia, il numero 7, non riflette a rigore il diritto a un rovesciamento della Brexit sancita dal referendum del 2016, come gli stessi proponenti assicurano. Ma mette nero su bianco nel testo della Withdrawal Bill l'obbligo dell'esecutivo a sottoporre gli accordi conclusivi negoziati con Bruxelles allo scrutinio di deputati e lord prima di poter dar luogo a una qualsiasi attuazione.

Cosa potrebbe succedere - May aveva tentato di disinnescare la "bomba" in prima persona nel pomeriggio ribadendo nel corso del Question Time la promessa del passaggio d'un voto delle Camere "ben prima" della formalizzazione del divorzio. E lo stesso aveva fatto il ministro-negoziatore della Brexit, David Davis, in una lettera indirizzata a tutti i parlamentari Tory. Ma a Grieve e agli altri non è bastato. Volevano essere certi, hanno spiegato, che Westminster potesse avere "l'ultima parola" sulle intese, senza chinarsi alla formula del "prendere o lasciare" evocata da Davis.

Se l'emendamento non verrà riassorbito in una qualche fase successiva, esso imporrà invece la "strettoia" di un formale Act of Parliament che l'esecutivo non potrà bypassare neppure in extremis con provvedimenti d'autorità. Di fatto uno scenario in grado di creare potenzialmente situazioni di stallo nell'ipotesi di dissidi su punti o norme attuative cruciali.