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Giovani in difficoltà anche in Europa

Tra il 2005 e il 2015 nellʼUnione europea la quota dei lavoratori over 50 è sensibilmente cresciuta fino a superare, anche se di poco, quella degli occupati con meno di 35 anni

Gli ultimi dati (provvisori) dell'ISTAT sul mercato del lavoro relativi a novembre 2016 certificano il permanere delle difficoltà occupazionali dei più giovani e la crescita degli over 50 con un impiego.

Un fenomeno in atto da qualche anno a questa parte e che non riguarda soltanto il nostro Paese.

Uno degli ultimi report dell'Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, sottolinea che, nell'ultimo decennio – il dossier analizza l'evoluzione del mercato del lavoro avvenuta tra il 2005 e il 2015 –, nell'Unione europea il tasso di occupazione delle persone d'età compresa tra i 15 e i 64 anni è cresciuto, passando dal 63% al 66%, grazie soprattutto ad una maggiore partecipazione della componente femminile (anche se il tasso di occupazione femminile rimane molto inferiore rispetto a quello maschile: 60 contro il 71%).

Nell'ultimo decennio, però, la popolazione con un impiego si è progressivamente invecchiata. La quota degli lavoratori con oltre 50 anni è cresciuta, passando dal 24 al 31% (+7%). A diminuire invece sono stati i lavoratori nella fascia d'età intermedia (35-49 anni) e i più giovani: contemporaneamente la percentuale degli under 35 con un lavoro è scesa progressivamente fino a toccare il 30% nel 2015. Nel 2005 era al 35%.

Si tratta di una media a livello europeo, naturalmente: in alcuni Paesi dell'UE (Germania) il tasso di disoccupazione giovanile è meno elevato rispetto a quello registrato in altri (Italia, Grecia, Spagna…). “Per la prima volta in molti anni – commenta Eurofound nel report – la quota di lavoratori over 50 ha superato quella degli occupati con meno di 35 anni”, la maggior parte dei quali ha un contratto a tempo determinato – ne ha uno il 20% degli occupati under 35 – oppure lavora senza averne sottoscritto nessuno (13%) contrariamente a quanto accade nella maggior parte dei casi tra i lavoratori più anziani: la quota dei giovani che lavorano con un contratto a tempo determinato o senza contratto è doppia rispetto a quella registrata tra gli altri gruppi d'età.

Nell'UE, i lavoratori autonomi sono il 15%, quelli a tempo determinato il 12%. Mentre il restante 73% è composto da lavoratori con contratto a tempo indeterminato o con un altro tipo di contratto (o nessuno).