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Musicoterapia: i suoni che ci fanno stare bene

La colonna sonora giusta può fare la differenza e aiutarci a migliorare la nostra vita

Musicoterapia: i suoni che ci fanno stare bene - foto 1
istockphoto

Ci sono situazioni in cui il silenzio può essere assordante, mentre il giusto sottofondo musicale ci rallegra e fa stare bene, ci rilassa, ci fa recuperare energia vitale, ci aiuta perfino a dare il meglio di noi stessi durante un allenamento faticoso. La musica può diventare addirittura un ausilio e un complemento per alcune forme di cura medica: in questo caso si parla di musicoterapia, una pratica ormai accreditata per molte patologie.

Il supporto sonoro è però un valido ausilio anche nella vita quotidiana, nella quale ci aiuta a migliorare il nostro benessere.

COME CURA - Come spiega la World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia), l'uso della musica e dei suoi elementi costitutivi, come il ritmo, la melodia e l'armonia, è molto utile sia nel favorire la comunicazione, la relazione e l'apprendimento, ma anche la motricità e l'espressione. Insomma, la musica è un valido supporto nella soddisfazione di una serie di necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive: per questo può essere utilizzata come un vero e proprio strumento terapeutico complementare, ad esempio nei reparti di patologia neonatale, dove i piccoli nelle incubatrici trovano conforto nell'ascolto di un sottofondo di musica o canto, o nei laboratori di giochi musicali che aiutano i bambini ricoverati nei reparti pediatrici. La musica si è dimostrato strumento utile anche nei casi di autismo, di Alzheimer ed altre malattie degenerative, e perfino per chi è affetto da disabilità motorie. In tutti questi casi favorisce il contatto tra gli operatori e il paziente, aiuta quest'ultimo ad esprimersi e a partecipare attivamente alla terapia e al processo di guarigione. E' stato anche dimostrato che far ascoltare musica a una persona in attesa di un intervento chirurgico è più efficace, nel ridurre l'ansia, che somministrare farmaci sedativi.

PER IL BENESSERE - Non occorre però essere malati per sperimentare il potere curativo dei suoni. Sappiamo tutti che ascoltare la nostra musica preferita ci aiuta a rilassarci, a superare ansia e stress, a prendere sono la sera e perfino a sopportare un dispiacere. E' stato dimostrato scientificamente che ascoltare musica o suonare uno strumento ha significativi benefici per il benessere mentale e fisico: a livello fisico stimola il sistema immunitario, abbassa i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, e stimola la produzione di betaendorfine e ossitocina, ormoni della felicità e del benessere. E per godere di tutti questi benefici non occorre avere uno spiccato talento musicale: ad esempio, cantare in un coro (un'esperienza alla portata di tutti o quasi) regolarizza la pressione arteriosa e ha effetti benefici sulla circolazione del sangue, sul ritmo del respiro e addirittura sui movimenti dell'intestino.

PER IL NOSTRO SPIRITO - In generale possiamo dire che la musica è un mezzo potente ed efficace per entrare in contatto con noi stessi, soprattutto con la nostra sfera emotiva, in una connessione all'insegna della gentilezza e della fantasia. Tutto questo accade perché la melodia è in grado di coinvolgere la sfera affettiva e quella dei sentimenti. La musica, ad esempio, ci mette a diretto contatto con i nostri sentimenti e ci aiuta ad esprimerli. E' stato dimostrato che, quando ci sentiamo tristi, tendiamo ad ascoltare canzoni e musiche ancora più malinconiche. Perché? Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in Psychology”, questa predilezione è tipica delle persone particolarmente empatiche. La musica triste, in pratica, ci trasmette sensazioni simili a quelle che stiamo sperimentando: essendo però vissuta ed espressa da altri, favorisce una sorta di distacco dalla nostra situazione personale, ci aiuta a comprenderla e nello stesso tempo ci fornisce alcuni strumenti per affrontarla.

PER LO SPORT - Un altro campo in cui la giusta colonna sonora può realmente fare la differenza è l'attività sportiva, soprattutto se ci si dedica ad allenamenti faticosi come la corsa e il ciclismo. Sono moltissime le discipline che si praticano a suon di musica, dalla zumba a certi allenamenti funzionali: la musica segna il ritmo e scandisce il tempo dei movimenti; nello stesso tempo diverte e distrae dal pensiero della fatica. Gli effetti della musica nello sport sono noti e studiati fin dagli anni Novanta: è stato dimostrato che la musica durante la pratica sportiva può avere un piccolo ma significativo effetto sulla performance. In particolare, promuove uno stato d'animo positivo, rende l'allenamento più divertente e aiuta a sincronizzare alcuni movimenti alla pulsazione musicale, aiutando l'atleta a “tenere il ritmo”. Non ultimo, come abbiamo detto prima, ha l'effetto di distrarre dal pensiero della fatica. Quindi, correre o pedalare con le cuffiette musicali nelle orecchie ha una sua utilità: basta scegliere una playlist che segua un ritmo in sincrono (o almeno in consonanza) con il battito cardiaco e con il respiro nelle varie fasi di allenamento, dal riscaldamento, al picco, fino al defaticamento conclusivo.