come una figlia
Lʼeredità di Karl Lagerfeld alla sua gatta Choupette
Il felino era stato fonte di ispirazione per lo stilista che ha voluto lasciarle parte del suo patrimonio

Per Karl Lagerfeld era una figlia e una musa. Non deve stupire quindi che dopo la sua morte sia anche la sua erede. Lo stilista aveva sempre descritto la sua gatta Choupette con parole cariche di affetto e venerazione. Durante uno show televisivo, nel 2015 aveva preannunciato: "Ha la sua piccola fortuna, è un'ereditiera, e se mi succedesse qualcosa, la persona che la accudisce non resterà nella miseria. Il denaro che ha guadagnato facendo le pubblicità, il denaro che io non ho incassato è stato messo da parte proprio per lei. Choupette è una ragazza ricca". Il felino è stato inserito nella linea ereditaria del couturier, insieme ad altri soggetti finora non resi noti.
In un'intervista al magazine "Numero" del 2018 il creativo aveva risposto al giornalista: "Non preoccuparti, ce n'è abbastanza per tutti". E davanti all'obiezione che in Francia è proibito lasciare in eredità qualcosa a un animale, aveva ribattuto: "Infatti lo posso fare perché non sono francese".
Il micio era finito a casa Lagerfeld nel 2011 e doveva rimanerci pochi giorni: la precedente padrona, la modella Baptiste Giabiconi, l'aveva lasciata lì temporaneamente ma con i suoi occhi azzurri la gatta aveva conquistato l'affetto dello stilista.
Al punto che, nel 2013, diverse capsule collection erano state disegnate dal creativo in suo onore. "È al centro del mio mondo, è una specie di Greta Garbo, ha qualcosa di indimenticabile su come si muove, è ispirata dalla sua eleganza e attitudine", aveva detto. Era persino comparsa in diverse campagne pubblicitarie e aveva "aperto" un account Instagram seguito da oltre 120mila follower.
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