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Come si elegge il presidente Usa

Il sistema di voto americano

Il sistema elettorale degli Stati Uniti è indiretto.

Non sono infatti i cittadini ad eleggere direttamente il presidente, ma 538 cosiddetti "Grandi Elettori", o elettori presidenziali. I cittadini sulla scheda esprimono la preferenza per un candidato presidente, ma in realtà eleggono una lista di Grandi Elettori associati con lui. I voti dei cittadini (detti "voti popolari") si contano Stato per Stato, non a livello nazionale.

I tre requisiti del Presidente
Il sistema elettorale americano permette ad un qualsiasi esponente politico di una qualche notorietà di dichiararsi autonomamente "in corsa" per la Casa Bianca, affrontando, poi, il giudizio popolare attraverso primarie e caucus. La Costituzione prescrive solo tre requisiti al futuro presidente: almeno trentacinque anni di età, che sia cittadino americano per nascita e che risieda negli Stati Uniti da oltre quattordici anni.

Le elezioni primarie
Prima dell'inizio della vera campagna elettore si svolgono le elezioni primarie, ovvero si scelgono i delegati che parteciperanno alle convention (congressi nazionali) dei partiti stessi. I delegati a loro volta nomineranno i candidati ufficiali dei loro partiti alla Presidenza e alla Vice Presidenza. Quando i cittadini americani si recano alle urne voteranno formalmente per il candidato presidenziale che preferiscono. Formalmente, perché in effetti i cittadini votano per eleggere gli elettori presidenziali, o Grandi Elettori, che successivamente eleggeranno il Presidente. Tutti i voti degli elettori di uno Stato vanno al candidato presidenziale che lì ha ottenuto il maggior numero di suffragi popolari rispetto agli avversari.

Il voto dei grandi elettori
I “grandi elettori” sono tenuti a votare per il candidato alla Casa Bianca cui sono associati nelle schede, ma ci sono teoriche eccezioni. Ogni Stato, piccolo o grande, ha diritto a due grandi elettori più tanti altri quanti sono i deputati inviati alla Camera dei rappresentanti. Il numero dei deputati alla Camera dipende dalla popolazione quindi gli Stati più grandi ne hanno di più. I piccoli Stati, in alcuni casi, sono relativamente sovrarappresentati rispetto alla popolazione: il Vermont (circa 600.000 abitanti) ha tre voti elettorali e la California (35.000.000) ne ha 55.

La convention: i candidati alla Presidenza ottengono l'investitura ufficiale del partito
Le convention sono assemblee organizzate da ciascun partito politico e composte dai delegati eletti nei 50 Stati più il District of Columbia. Con l’avvento della televisione, le colorite manifestazioni pubbliche sono divenute una componente caratteristica della campagna elettorale. Ciascun partito politico si sforza di partire "con il piede giusto", evitando ogni atteggiamento foriero di divisioni interne che potrebbe spingere gli spettatori nel campo avversario.

Gli Stati incerti
La campagna elettorale negli ultimi giorni si concentra sugli Stati in bilico, i cosiddetti swing states, cioè su quegli Stati dove i sondaggi danno un esito incerto e dove pochi voti possono far pendere la bilancia da una parte o dall'altra.

Il giorno delle elezioni
La notte elettorale si passa in attesa dei risultati dei singoli Stati (la California chiude le urne alle 20.00, le 5 del mattino in Italia). Le diverse catene televisive (ma ormai anche i quotidiani con i loro siti web) valutano exit poll, proiezioni e poi i dati effettivi e attribuiscono - secondo i loro calcoli - uno Stato a un contendente o a un altro, via via colorando di blu (per i democratici) e di rosso (per i repubblicani) le cartine del Paese.