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Tensione Italia-Ue fa salire lo spread, il governo pensa a come intervenire per evitare la crisi delle banche

Da un lato i tentativi dellʼesecutivo di rassicurare i mercati, dallʼaltro lʼintransigenza dellʼUe e il monito della Bce. Lega e M5s rassicurano: "Istituti solidi", ma nella cabina di regia si studia la prossima mossa

Se il governo tenta di rassicurare i mercati e giovedì il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha lanciato un appello alla Ue affinché approvi la Manovra, il presidente della Bce Mario Draghi sferza l'Italia, che "crea incertezze" mentre da Bruxelles non arrivano sconti. La tensione riflette sull'andamento dello spread, che continua a crescere, danneggiando le banche e il loro capitale a causa del deprezzamento dei Btp in portafoglio. Il governo, che non vuole mollare il braccio di ferro con l'Ue, dovrà però correre ai ripari nel caso la situazione non si sbloccasse. Anche se Lega e M5s rassicurano: "Istituti di credito solidi".

Gli occhi sono puntati sulla revisione del giudizio di Standard and Poor's, di questa sera, dopo il declassamento, seppure non drastico, di Moody's. Lo stesso ministro Tria comunque ha segnalato l'attuale livello di 320 punti "non sostenibile". La crescita dello spread porta effetti negativi non solo sulla tenuta degli istituti ma anche sulla crescita economica visto l'inevitabile ripercussione sulla capacità di erogare prestiti e a condizioni peggiori.

Le linee del governo - I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini in queste ore stanno, con sfumature diverse, sottolineando come il governo abbia in mente il problema. Per Salvini "se qualcuno ha bisogno noi ci siamo, senza fare gli interventi del passato". Ma, secondo il ministro dell'Interno, lo spread "se segue l'economia reale, scenderà inevitabilmente". La Lega comunque pensa che, nel caso il differenziale toccasse i 400 punti, sarà necessaria una ricapitalizzazione e guarda al modello adottato dalla Germania quasi dieci anni fa pensando a un fondo pubblico ad hoc che compensi gli istituti dal rischio che i 364 miliardi di titoli di Stato nella loro pancia diventino "spazzatura".

Mentre Di Maio non si scuce. Il ministro del Lavoro ha rilevato come l'esecutivo stia "monitorando" gli istituti di credito. E ha affermato: "La ricapitalizzazione si può fare in tanti modi, ma posso dire che è tutto sotto controllo, siamo molto attenti e vigili alla situazione delle banche e abbiamo contatti diretti ogni giorno con i vari manager per monitorare in tempo reale".

La terza via - Un ulteriore intervento, in caso di tempesta bancaria, si concentrerebbe invece sul rafforzamento del fondo interbancario a tutela dei depositi con l'obiettivo di evitare il "bank run": anche in questo caso, spiega una fonte governativa del M5S, ci sarebbe la mano dello Stato per la creazione di una sorta di fondo centrale di garanzia da istituire in accordo con l'Abi. Sarebbe un fondo a garanzia degli investitori che vedrebbe, in tal caso, d'accordo sia il M5S sia la Lega, secondo la quale, al momento, un problema di liquidità bancaria comunque non esiste.

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