L'allarme: la disoccupazione in Italia resta ai massimi storici
Ottenere un nuovo impiego può essere un problema per chiunque. In particolare over 50 e giovani
Le previsioni della Commissione europea non lasciano ben sperare.
Trovare un'occupazione può essere difficoltoso per chiunque. Sia per i più giovani sia per chi ha qualche anno in più e che in virtù dell'innalzamento dell'età pensionabile non può abbandonare il mondo del lavoro. Gli over 50 hanno infatti maggiori difficoltà di reinserimento: la disoccupazione di lungo periodo e la durata media della ricerca di un lavoro arriva – nel 2013 – a circa 27 mesi (sei in più rispetto al totale dei disoccupati). Un problema che potrebbe riguardare una porzione della popolazione sempre più consistente: nel 2051 un italiano su tre avrà più di 64 anni, secondo le stime dell'ISTAT contenute nelle Previsioni demografiche.
Di qui i tentativi dei governi, succedutesi nel corso degli ultimi anni, di rendere più semplice l'assunzione per chi - senza un lavoro - ha oltre 50 anni. In che modo? Con l'adozione di diversi incentivi, come quelli introdotti con la legge finanziaria per il 2010 - e poi prorogati dalle leggi di Stabilità per il 2011 e il 2012 – e dalla legge n. 92/2012: riduzione del 50% della quota contributiva a carico del datore di lavoro in caso di assunzione di lavoratori over 50 e disoccupati da almeno un anno con contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato, oppure in caso di somministrazione.
Anche nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 24 anni le cose potrebbero andare meglio. Il tasso di occupazione è pari al 15,6% mentre quello di disoccupazione - ovvero la quota di disoccupati (le persone alla ricerca di un lavoro) sul totale di quelli attivi - è invece a quota 42,9%. I giovani senza un'occupazione sono ancora troppi. Eppure anche avere un impiego non offre (significative) certezze. Nel 2013 – quando il tasso di occupazione si è attestato a quota 16,3% - il 52,5% dei giovani italiani aveva un lavoro precario, secondo quanto riferito dall'OCSE nell'ultimo Employment Outlook. Nel 2012 era il 52,9% mentre prima dell'inizio della crisi economica (nel 2007) era il 42,3%.
Tasso di occupazione che si cerca di innalzare attraverso strumenti come la Garanzia Giovani, un piano europeo contro la disoccupazione giovanile (nei Paesi UE con oltre il 25% di disoccupati nella fascia d'età interessata) e che prevede una serie di investimenti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, indirizzate a quei giovani (under 29) disoccupati o che non sono impegnati in un'attività lavorativa e né inseriti in un percorso scolastico o formativo: i cosiddetti Neet – Not in Education, Employment or Training.
Un piano ambizioso che tuttavia, a distanza di sei mesi dal suo avvio, non sembra aver ottenuto i risultati sperati/annunciati, coinvolgendo – secondo i dati aggiornati al 23 ottobre – 262.171 ragazzi (solo il 12% dei Neet e disoccupati under 29 italiani). Pochi sono quelli che hanno affrontato il primo colloquio orientativo (64.446) così come sono poche le opportunità di lavoro offerte (soltanto 27.393, il 70% delle quali al Nord). Molte sono invece le Regioni (Piemonte, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria) che non hanno emanato i bandi con cui destinare le risorse. Altre invece ne hanno utilizzato solo il 16% (Emilia Romagna, Toscana e Sicilia).