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"Spese pazze" in Emilia-Romagna, la Procura: 41 avvisi di fine indagine

Riguardano tutti i gruppi del Consiglio regionale. Lʼaccusa è di peculato. Due milioni di euro la cifra contestata

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La Procura di Bologna ha notificato 41 avvisi di fine indagine riguardanti l'inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna. Gli avvisi, partiti a pochi giorni dalle elezioni regionali del 23 novembre, coinvolgerebbero tutti i gruppi dell'assemblea legislativa. La cifra complessiva contestata ammonta a circa due milioni di euro. La somma più alta riguarda i consiglieri Pd, gruppo più numeroso: 940.000 euro per 18 indagati.

Capigruppo accusati di peculato - Gli avvisi che chiudono l'inchiesta sono firmati dai Pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, vistati dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. I primi a essere notificati dalla Guardia di finanza sono relativi ai capigruppo, che rispondono di peculato sia per le spese in proprio che per omesso controllo dei rimborsi dei consiglieri del loro gruppo. Ai capigruppo è dunque contestata l'intera cifra che si ritiene un gruppo abbia speso senza pertinenza con l'attività di consigliere regionale.

L'inchiesta "spese pazze" era stata avviata oltre due anni fa. Da ottobre 2013 risultavano indagati i nove capigruppo che hanno ricevuto le notifiche. Hanno tutti ricevuto le notifiche, ad eccezione di Mauro Manfredini, il presidente del gruppo della Lega Nord deceduto lo scorso 10 ottobre. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini.

Tra le spese spunta anche un sex toy - Soprattutto rimborsi chilometrici e pasti. Ma anche regali, feste di compleanni, cene di beneficenza. E persino un sex toy messo a rimborso tra le spese di una consigliera regionale. Sono alcune delle voci contestate negli avvisi di fine indagine in notifica a componenti dell'assemblea dell'Emilia-Romagna. Tra i rimborsi ritenuti illegittimi anche scontrini da meno di un euro per i wc pubblici o viaggi per convegni a Lampedusa. Non mancano poi le cosiddette interviste a pagamento, "comparsate" televisive pagate coi soldi pubblici.