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"Il tredicesimo apostolo" pronto per l'estero

Il regista Alexis Sweet svela i segreti del successo della fiction in onda su Canale 5

Ufficio Stampa Mediaset

Torna stasera, alle 21.

10 su Canale 5, "Il tredicesimo apostolo", la serie tv con Claudio Gioè e Claudia Pandolfi che sta raccogliendo un grande successo. Una scommessa vinta per una fiction che si occupa di misteri e paranormale, novità per le produzioni italiane. "Eppure - dice a Tgcom24 il regista Alexis Sweet - questo è un prodotto italiano al 100%, che all'estero non potrebbe essere rifatto. E per questo è molto esportabile".

Una novità anche lo stesso regista, che viene da serie di stampo prettamente poliziesco come “Ris – Delitti imperfetti” o “Intelligence”, per non parlare del trionfale successo de “Il capo dei capi”. Ora, mentre è al lavoro su uno dei prodotti più attesi di questa stagione, “Il cla dei camorristi”, e in attesa di mettersi alla prova su “Buscetta”, Sweet ha fatto un salto nel paranormale... “Io non mi considero un regista autore – spiega -, ma uno che fa un mestiere. E come tale mi piace confrontarmi con diversi stili. Confesso che inizialmente avevo un po' paura perché, proprio in quanto una cosa nuova, mi chiedevo come l'avrebbe preso il pubblico italiano. Fortunatamente sembra avere apprezzato molto”.

Quale è stata la più grossa difficoltà nel girare questa serie?

La necessità di mantenersi in equilibrio su un filo molto sottile tra l'inquietudine e l'horror. In quanto prodotto per tutti e da prima serata non poteva scadere in immagini troppo forti ma allo stesso tempo la tensione è un ingrediente fondamentale della storia.

Per quanto riguarda gli effetti speciali invece come vi siete mossi?
Non essendo noi a Hollywood dove c'è una grande esperienza in materia, ci siamo dovuti inventare un po' tutti un metodo di lavoro. Per esempio l'effetto dei bambini che levitano che si vedono nella prima puntata l'ho pensato io e poi quelli degli effetti speciali hanno aggiunto, consigliato. Ci sono state riunioni su riunioni. Per me questo nella fiction è fondamentale: bisogna preparare tutto nei minimi particolari per evitare problemi sul set.

La differenza di budget che c'è rispetto ai prodotti americani è stata quindi colmata con il mestiere...

C'è sicuramente una grossa parte di “invenzione”. Però da alcune cose non si sfugge, il genere richiede certe scene che a loro volta richiedono certi effetti. Che costano. Non è una commedia.

A giudicare dalla risposta del pubblico i risultati sono stati all'altezza.

Sono molto felice. Anche perché se si ottiene un buon responso con una serie poi tutto va meglio anche per i lavori successivi, c'è più fiducia e voglia di investire.