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Niccolò Fabi, "Una somma di piccole cose" che vale la pena ascoltare

Il cantautore romano sorprende nella prima delle due date allʼAuditorium di Milano, con un live intenso e... rock

Niccolò Fabi,
ufficio-stampa

Niccolò Fabi incanta nella prima delle due serate sold out all'Auditorium di Milano.

Il cantautore romano, che lo scorso 22 aprile ha pubblicato l'album "Una somma di piccole cose", scritto e suonato in totale solitudine, sorprende il pubblico con un live intenso, in cui amalgama i nuovi brani e i successi del passato in un cocktail di grande impatto, con inaspettate evasioni rock, reggae e blues.

Due ore di concerto che lasciano a bocca aperta, in cui l'unico effetto speciale è l'atmosfera intima di totale empatia che Niccolò Fabi riesce a creare con il suo pubblico. Scenografia minimal con soli effetti di luci e un palco pieno di strumenti per una band che sa essere all'altezza della musica del cantautore romano, che sceglie lo scozzese Fraser Anderson per riscaldare i suoi ospiti. Con la sua chitarra e tanta simpatia, il musicista si ingrazia i 1200 dell'Auditorium milanese prima di lasciare spazio a Fabi.

Entra senza dire una parola e snocciola i primi sei pezzi del nuovo album, partendo dalla title track. C'è il meglio del nuovo disco, con tutta la sua dimensione di denuncia: rabbiosa "Ha perso la città", quasi sussurrata "Una mano sugli occhi". Dalla ballad, Fabi passa a un'altra canzone d'amore scritta in un altro tempo, come lui stesso ricorda, salutando il pubblico per la prima volta nella serata.

E' "Ostinatamente" e inizia un viaggio nei successi del passato, in cui domina il rock e la voglia di divertirsi insieme. C'è la carica di "Oriente" e la classica "Vento d'estate". C'è "Il negozio di antiquariato" in versione piano bar, per definizione del cantautore: piano, voce e il pubblico a cantare con Fabi. C'è "Giovanni sulla terra" a ricordare la felice esperienza in trio con gli amici Gazzè e Silvestri, "Offeso" in chiave raggae e la standing ovation (meritata) su "Costruire", tra i pezzi più belli mai scritti dal cantautore.

Si finisce con l'esplosione di "Lasciarsi un giorno a Roma", con gli spettatori che dal fondo della sala si riversano sotto al palco travolti dalla coinvolgente performance. Dopo una pausa altri tre brani con l'omaggio al cantautore della band Alberto Bianco, che dopo essersi destreggiato tra cori, tastiere e chitarra, canta "Aeroplano (bianco)" accompagnato da Fabi al pianoforte, lanciando "Una buona idea", ancora trascinante. Ultimo bis con "Lontano da me" che finisce in "Take me home, country roads" di John Denver, per chiudere un concerto in cui Niccolò Fabi ha condensato una somma di piccole cose che vale la pena ascoltare: il meglio della sua musica.