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Francesco Sàrcina: "Ho finito con gli eccessi, mi prendo cura di me stesso"

L'ex leader de Le Vibrazioni riparte da zero con il nuovo disco "Io"

A nove anni di distanza dall'ultimo Festival di Sanremo, ma era col gruppo Le Vibrazioni, Francesco Sàrcina torna con "Nel tuo sorriso" (dedicato al figlio di 7 anni Tobia) e "In questa città". E pensare che fino all'ultimo il cantante pensava di non farcela per il Festival: "L'ho scoperto da Twitter". Primo album solista "Io", che esce il 20 febbraio, e vita nuova: "Ormai mi prendo cura di me, vivo lontano da Milano e vado a letto presto".

Francesco Sàrcina: "Ho finito con gli eccessi, mi prendo cura di me stesso"

La tua vita è radicalmente cambiata. Cos'è successo?
Lo racconto anche 'In questa città'. Scrivo per esigenza di curarmi e tirarmi fuori da certe situazioni. Ho 37 anni, mio padre è morto lo scorso anno e mio figlio ha 7 anni. Insomma ci sono stati cambiamenti di ruolo e ora ho più consapevolezza in questi ultimi due anni rispetto al passato.

Cosa c'entra la città, Milano, in questo caso?
Le città, le metropoli, danno molteplici opportunità ma sono una gabbia dorata. La città ti toglie mille altre cose, ad esempio gli odori, i sapori. Mi sono trasferito a 20 minuti dal centro per ritrovarmi la mattina con gli alberi davanti, il suono del cinguettio degli uccelli e non del traffico. E' una mia presa di coscienza. Ho perso l'inquietudine che mi contrassegnava in passato. Ho dato e preso tutto quello che potevo prendere. La mia è stata una fuga...

Una fuga da cosa?
Ma anche dagli amici che mi rompevano le palle di notte per andare in giro a far follie! (scoppia a ridere, ndr).

Insomma hai fatto pace con te stesso?
Direi di sì. Mi sono perdonato anche perché nel "vivere intensamente" si fanno degli errori, si innescano sensi di colpa subite o create. Mi sono perdonato e tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto senza cattiveria. Ma anche fare qualche sbaglio è umano!

Il disco è anche dedicato a tuo padre, che ricordi hai di lui?
Mio padre era un chitarrista, un sognatore. La chitarra ha distolto la sua attenzione su di me. E comunque se oggi sono un cantante lo devo a lui. Poi un ictus il 24 dicembre del 2002 l'ha immobilizzato e nel 2003 'Dedicato a te' era in cima alle classifiche. Insomma non ho potuto godere con lui appieno di quei successi. Sono figlio unico di genitori separati, avvertivo su di me tanta responsabilità. E c'è stato anche il senso di colpa di non esserci nel momento della sua morte perché sono rimasto un paio d'ore in più con mio figlio invece di partire e raggiungerlo.

Ti aspettavi di entrare tra i Big di Sanremo?
No! Anzi mi ero già abituato all'idea di essere scartato e ho comprato due biglietti per andare in America, una volta tornato mi sarei dedicato alla promozione del disco e al tour. Invece, un giorno, durante una riunione ho iniziato a ricevere un sacco di notifiche su Twitter. Non ci volevo credere, ero stato accettato a Sanremo!