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Il Cile non dona più (per ora) prati di viole

Il cantautore di Arezzo racconta "Cemento armato" e sogna Gianna Nannini

Ufficio stampa

"Io ti ho dato prati di viole e tu cemento armato" è la frase tormentone del brano "Cemento Armato" firmato Il Cile (vero nome Lorenzo Cilembrini).

Il cantautore trentenne di Arezzo in poco tempo è riuscito a conquistare il cuore delle radio. "Quella frase mi è venuta in un momento di riflessione personale", racconta a Tgcom24 il cantautore che sogna una collaborazione con Gianna Nannini. In questi giorni Il Cile sta ultimando il suo primo Ep.

"Cemento armato non parla solo d'amore - continua Il Cile - ma è la raffigurazione del momento che ci circonda e dei pensieri legati alla generazione degli anni 80 che tutto d'un tratto ha dovuto far i conti con una situazione totalmente nuova. E' pur vero che rifletto sulla mia situazione sentimentale. Quel brano è coinciso con la fine della mia storia d'amore. Però ci tengo anche a specificare che non è una canzone pessimista ma che si schiude come uno spiraglio di luce per il futuro. Quasi come fosse una liberazione". Hai ancora "prati di viole" da regalare? "No no, direi proprio di no. In questo momento sono concentrato sul disco".

Un album che si preannuncia ricco di suoni non solo rock ma che racconta anche la vita de Il Cile comune a molti della sua generazione. Come in "Siamo morti a 20 anni" che canta sempre dal vivo nei suoi concerti: "Vengo da una piccola città ma ho anche vissuto in una metropoli. Ogni estate andavo in Inghilterra per lavorare e fare esperienza. Poi mi sono trasferito a Bologna per studiare. Ma rimango sempre legato ad Arezzo, alle dure pietre della mia terra. Una notte, quando ho scritto questa canzone, mi sono fermato a riflettere. E' stato un momento molto utile per capire la mia volontà di cercare qualcosa di nuovo. Dico 'siamo morti' perché è innegabile che abbiamo perso qualcosa della spensieratezza dei nostri vent'anni e la fotografia del nostro futuro appare indelebile".

Il percorso de Il Cile è lontano dalla televisione e ricalca le orme della 'vecchia discografia' che con i talent scout andavano a caccia di musicisti su cui puntare. A credere ne Il Cile sono stati Fabrizio Barbacci (Negrita, Ligabue) e la casa discografica Universal. Il Cile ha collaborato alla scrittura di alcune canzoni di “Dannato Vivere”, l'ultimo album dei Negrita, tra i brani anche "Brucerò Per te”. "Solo in Italia esistono ancora dei paletti per i giovani cantautori. In Inghilterra è più facile proporsi ai Festival e cantare prima dei Franz Ferdinand o di Kylie Minogue. Io adoro la musica e molto scrivere, ho fatto un percorso di formazione che mi consentisse poi di avere un bagaglio personale da poter utilizzare. Ho scritto per i Negrita e ho imparato tantissime cose da loro. Su tutti il rapporto viscerale che hanno con i fan quando fanno dei concerti. Sono legatissimi e c'è molto scambio. Uno scambio che solo un'esperienza sul campo ti può dare. Non condanno assolutamente chi sceglie la strada del talent show ma io ho scelto una strada all'antica".

Il mondo musicale de Il Cile è molto affine a quello di Gianna Nannini: "Mi stuzzica tantissimo lavorare con lei che è uno dei miei punti di riferimento anche come artista per la sua geniale follia. Lei riesce ad esprimere i sentimenti anche più forti nella maniera più affascinante".