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Morte Lo Porto, Nyt: quando Obama vide Renzi sapeva, ma non lo informò

"Il premier è stato avvertito dal presidente americano nella tarda serata del 22 aprile", ha chiarito Gentiloni cercando di placare le polemiche su una tardiva informazione del fatto alle autorità italiane

giovanni lo porto
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La comunicazione della morte di Giovanni Lo Porto, rimasto ucciso durante un attacco di droni Usa, è giunta in ritardo all'Italia perché la "particolare natura dell'operazione antiterrorismo" ha richiesto "tre mesi per le necessarie verifiche".

Lo ha spiegato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nell'informativa alla Camera. E il Nyt conferma che "Obama, quando vide Renzi alla Casa Bianca, sapeva già della morte di Lo Porto ma non lo informò".

Gentiloni: "Renzi avvertito da Obama tarda serata del 22 aprile" -

"Nel colloquio telefonico con Renzi - ha spiegato Gentiloni - il presidente Usa ha detto che avrebbe reso nota la notizia ai popoli americano e italiano, assumendosene la piena responsabilità, la successiva mattina del 23 aprile. Prima - ha sottolineato il ministro - l'Unità di crisi della Farnesina ha provveduto a informare i familiari del cooperante italiano". L'ultima evidenza che Lo Porto fosse in vita, ha aggiunto, risale "allo scorso autunno".

Nyt: "Obama sapeva ma non lo disse a Renzi"

- La ricostruzione fatta del New York Times, infatti, conferma che Obama avvertì Renzi con una telefonata mercoledì. Il presidente americano, nonostante già sapesse della morte dei due ostaggi, non disse nulla al premier italiano nel corso dell'incontro di venerdì alla Casa Bianca.

Renzi difende Obama

- "La certezza che i due corpi fossero dei due cooperanti noi l'abbiamo avuta mercoledì e credo anche gli americani". Così Matteo Renzi sulla notizia del Nyt che Obama sapesse della morte di Giovanni Lo Porto quando il premier italiano era a Washington.

Il ministro: "Da subito pressioni su autorità Pakistan" -

"Sin dal primo momento del sequestro di Giovanni Lo Porto in Pakistan il governo italiano ha esercitato la massima pressione diplomatica sulle autorità locali per fare luce sulla vicenda e chiedendo al governo pachistano di istituire, come è stato fatto, un'apposita task force ai cui lavori hanno partecipato regolarmente funzionari presso l'ambasciata italiana a Islamabad", ha infine spiegato il ministro degli Esteri.