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Fbi gestì un sito pedopornografico Polemiche su scelta degli 007

La decisione, che rompe con la prassi dellʼFbi di eliminare subito foto e video, non ha mancato però di suscitare polemiche. Alcuni si chiedono se sia un giusto metodo investigativo

Fbi gestì un sito pedopornografico Polemiche su scelta degli 007 - foto 1
agenzia

Nel 2015 per alcune settimane l'Fbi gestì uno dei più grandi siti di pedopornografia, accessibile solo con specifici programmi per entrare nel "dark web", per poter identificare gli "orchi" del web.

La scelta non ha mancato di suscitare polemiche. Alcuni docenti di diritto si sono chiesti, infatti, se sia lecito indagare in questo modo e se i costi dell'operazione non superino i benefici .

Il sito in questione si chiama "Playpen" e ha più di 215mila iscritti. Come spiega il sito www.rivistastudio.com che cita media americani, è stato un ex agente, Ron Hosko, impiegato all'epoca nell'operazione, a rivelare alcuni dettagli durante una audizione al dipartimento di Giustizia. "Avevamo una finestra di opportunità di entrare in uno dei luoghi più bui della Terra, e non tante altre opzioni diverse da non farlo", ha dichiarato lo 007 sottolineando che nel periodo di indagini c'erano almeno 23mila link a foto pedopornografiche.

Giusto o sbagliato? - "L'indagine del governo diventa indistinguibile dal crimine e dovremmo crederci se è bene che sia così - ha spiegato Elizabeth Joh, docente di giurisprudenza in Californida - . Quel che è incredibile è che non si sa chi ha fatto un calcolo costi benefici prima di fare questa cosa". "Chi ha deciso che questo è il metodo migliore di identificare queste persone?", si è chiesta polemicamente l'esperta.