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Corea del Nord, continuano le purghe di Kim

Fonti della vicina Sud Corea parlano di nuove punizioni da parte del dittatore nei confronti dei suoi alti dirigenti

Dopo le recenti notizie riguardanti l'uccisione di due primari funzionari di vertice del regime, dalla Corea del Nord giungono voci di nuove punizioni da parte di Kim Jong-un nei confronti dei suoi più alti funzionari.

Le indiscrezioni provengono, come quasi sempre in questi casi, dalla vicina Sud Corea, attraverso le parole di Jeong Joon Hee, un portavoce del governo di Seoul. Vittime del regime dittatoriale di Kim questa volta sarebbero un vice premier del ministero dell'Educazione e un funzionario del Partito dei Lavoratori.

La notizia, non confermata da fonti ufficiali, sarebbe l'ennesimo caso di dirigenti giustiziati dal regime di Pyongyang. Kim Yong Jin (63 anni), vice ministro all'Educazione, sarebbe stato fucilato per ragioni non ben specificate. Si parla di generici "atti anti-rivoluzionari" e di una postura del corpo durante una riunione che Kim Jong-un non avrebbe gradito; fatto, quest'ultimo, per il quale Kim Yong Jin avrebbe dovuto affrontare un'indagine interna. L'ultima sua apparizione pubblica risalirebbe al giugno scorso, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Federazione Taekwondo nordcoreana.

L'altro funzionario punito (questa volta non con la morte), sempre secondo fonti di Seoul, sarebbe Kim Yong Chol, esponente di punta del Partito dei Lavoratori e ufficiale delle relazioni con la Corea del Sud. Kim Yong Chol, sparito dalle funzioni pubbliche per circa cinquanta giorni durante l'estate, si sarebbe rivisto alla recente Giornata della Gioventù. Il motivo della sua assenza sarebbe un "esilio", un periodo di isolamento all'interno di una fattoria o di una miniera come "rieducazione". Per circa un mese, tra metà luglio e metà agosto, Kim Yong Chol avrebbe pagato presunti atteggiamenti ritenuti scomodi, oltre al tentativo di espandere la sua autorità all'interno del regime, per poi essere reintegrato.