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La famiglia-stato di Saddam

Le faide, gli omicidi e le guerre

Quando giunse al potere nel 1979, Saddam non si poteva fidare di nessuno al di fuori della sua famglia.

Da allora non dorme mai due notti di seguito nello stesso posto, si sposta in continuazione e nessuno conosce la sua destinazione né il calendario dei suoi appuntamenti. Per questo la famiglia diventò da subito centrale: tutti i componenti hanno ricoperto le cariche più importanti del regime, dai figli ai nipoti. Ma questa famiglia-stato è andata sgretolandosi sotto i colpi delle faide interne e dei regolamenti di conti.

Nel 1963 Saddam si sposa con una sua cugina di primo grado, Sajidah Khairallah Tulfah. Nel 1988 prenderà una seconda moglie, Samira Fadel Shahbandar, appartenente ad una importante famiglia di Baghdad, dopo aver costretto il marito a concederle il divorzio. Sajidah rimane però la sua sposa ufficiale e madre dei suoi cinque figli. Ma proprio Sajidah è al centro di uno degli episodi più gravi della storia della famiglia Hussein: Sajida non perdona l'uccisione del proprio fratello Khairallah Tulfah e di entrambi i generi, Hussein Kamel e Saddam Kamel fuggiti in Giordania nell'agosto '95 e tornati in patria nel febbraio '96 con l'assicurazione che avrebbero avuto salva la vita. Saddam la fa arrestare.

Il primogenito, Uday Saddam Hussein, nasce nel 1964 e nel '88 assassina, davanti a molti testimoni, un uomo di fiducia di Saddam che insidiava Samira. Arrabbiato, Saddam mandò suo figlio con la pretesa intenzione di condannarlo a morte, salvo poi graziarlo per venire incontro al "supremo volere del popolo" e mandarlo in esilio in Svizzera. Nel dicembre 1996 un commando dell'opposizione islamica sciita organizzaun attentato ai suoi danni. Uday perde l'uso del piede. Gli succede come delfino il figlio minore, Qusay, al quale viene attribuito un ruolo preminente nell'attività più oscura, repressiva e di spionaggio interno, in seno al regime.