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Migliorano potere dʼacquisto e fiducia: prosegue la risalita dei consumi

Lʼultimo rapporto Confcommercio-Censis evidenzia progressi rispetto al 2013. E secondo il Centro Studi di Confindustria la manovra avrà un impatto positivo sul Pil

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Siccome la ripresa, nel suo complesso, resta debole, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, non ha escluso la possibilità di potenziare a breve (dicembre) il quantitative easing, adottando perciò nuove misure di stimolo alla crescita.

C'è da ricordare – e Draghi lo ha fatto nel corso del suo intervento dopo il Consiglio direttivo della Bce – che prerogativa dell'istituto di Francoforte è contrastare un'inflazione troppo bassa (scongiurando il rischio deflazione, già “sperimentata” nell'Eurozona) e mantenere la stabilità dei prezzi, attestandola su un valore del 2%.

Durante una fase deflattiva – ovvero la diminuzione del livello generale dei prezzi che deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi – la tendenza è rinviare l'acquisto di ciò di cui si ha bisogno poiché l'abbassamento dei prezzi non stimola maggiori acquisti, ma l'accumulo di liquidità nell'attesa che i prezzi scendano ulteriormente.

Una circostanza che va evitata molto più ora, vista la ripartenza dei consumi in Italia e in Europa dopo anni di stagnazione o variazioni negative. L'ultimo rapporto Confcommercio-Censis sul clima di fiducia e aspettative di famiglie e imprese spiega che per la prima volta dall'inizio della crisi economica la quota di famiglie italiane che nell'ultimo anno ha aumentato la propria capacità di spesa è superiore a quella di chi l'ha ridotta: il 25,6% contro il 21,3% a fronte, inoltre, di un recupero del potere d'acquisto pari a 134 euro a testa in 12 mesi, da metà 2014 a metà 2015.

Il passo in avanti, osserva Confcommercio, è evidente: nel 2013 il 69,3% delle famiglie aveva dichiarato che la propria capacità di spesa si era ridotta. Inoltre, a crescere è anche la fiducia per il futuro. Anche in questo caso, la quota le famiglie ottimiste raggiunge il 40% del totale, cioè il 10% in più rispetto a due anni fa. Quelle pessimiste si attestano al 22,4% mentre erano circa il doppio nel 2013.

In effetti anche l'Istat rileva ad agosto 2015 un'ulteriore risalita dei consumi. Il valore delle vendite al dettaglio (valore corrente, spiega l'Istat, che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) aumenta dello 0,3% rispetto a luglio 2015. Nella media del trimestre giugno-agosto 2015, il valore delle vendite registra una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e nei primi otto mesi del 2015 il valore delle vendite segna un aumento tendenziale dello 0,7%.

I consumi, infine, dovrebbero essere sostenuti anche dalla manovra, secondo il Centro Studi di Confindustria. In particolare grazie alle misure di contrasto alla povertà. Legge di Stabilità che, stima ancora il Centro Studi, dovrebbe avere un impatto positivo nel 2016 dello 0,3%.