MERITO DEL CEO COL GIUBBOTTO IN PELLE

Nvidia capitalizza 4mila miliardi di dollari: l'impero dei chip vale come 2 volte il Pil italiano

La società di Jensen Huang è la prima al mondo a raggiungere questa capitalizzazione record grazie al boom dell'intelligenza artificiale

09 Lug 2025 - 16:55
 © IPA

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Nvidia ha fatto la storia dei mercati finanziari: è diventata la prima società al mondo a raggiungere una capitalizzazione di mercato di 4mila miliardi di dollari, secondo quanto riporta Bloomberg. Un traguardo che rappresenta circa il doppio del Pil dell'Italia (2.192 miliardi di euro, pari a 2.373 miliardi di dollari nel 2024) e che consacra definitivamente l'azienda californiana come regina indiscussa dell'era dell'intelligenza artificiale.

Il colosso dei semiconduttori ha superato Microsoft, fino a poco tempo fa leader del mercato, in una scalata che sembrava impensabile solo tre anni fa, quando Nvidia appariva come un'azienda di componentistica con un ruolo laterale nel panorama tecnologico. Oggi, invece, domina il settore praticamente come monopolista dei microchip più avanzati, quelli necessari per addestrare le intelligenze artificiali. E proprio al boom dell'AI è legato questo boom in borsa.

Jensen Huang, il visionario con il chiodo di pelle

  Fautore di tale record è Jensen Huang, sessantenne di origini taiwanesi che ha trasformato un'azienda specializzata in schede grafiche per videogiochi nella potenza che oggi alimenta la rivoluzione dell'AI. Il successo dell'azienda ha reso Huang una delle persone più ricche al mondo: secondo il Bloomberg Billionaire's Index, è decimo nella classifica mondiale con un patrimonio di 140 miliardi di dollari.

Come Steve Jobs aveva fatto dei suoi lupetti la sua divisa, anche il fondatore di Nvidia ha scelto un suo outfit peculiare: il giubbotto di pelle nera. Oggi Huang è considerato uno dei Ceo più dinamici della Silicon Valley, capace di reinventare continuamente la propria azienda anticipando le tendenze tecnologiche. Il dirigente ha anche accresciuto il suo profilo politico, incontrando il presidente Trump e accompagnandolo durante una visita in Arabia Saudita a maggio. Nvidia è inoltre partner nel Project Stargate, l'iniziativa da 500 miliardi di dollari per le infrastrutture AI annunciata da Trump a gennaio.

La sua gestione si distingue per l'approccio aggressivo su più fronti: dal piano tecnologico, dove Nvidia continua a sviluppare generazioni sempre più avanzate di microprocessori, a quello commerciale, dove ha iniziato a fare concorrenza ai propri clienti entrando direttamente nel mercato del cloud computing. Una strategia che l'anno scorso ha portato i ricavi di Nvidia nel settore cloud a triplicare in dodici mesi, passando da tre miliardi e mezzo a 10,9 miliardi di dollari.

L'ascesa dalla grafica all'intelligenza artificiale

 Fondata nel 1993, Nvidia iniziò la sua storia producendo processori grafici (GPU) per migliorare le prestazioni dei videogiochi. Ma la vera svolta arrivò quando l'azienda comprese che le stesse tecnologie potevano essere utilizzate per accelerare calcoli complessi, dalle simulazioni scientifiche fino all'addestramento di modelli di intelligenza artificiale.

Il boom dell'AI degli ultimi anni ha trasformato Nvidia da fornitore di nicchia a player indispensabile per chiunque voglia sviluppare sistemi di intelligenza artificiale. I suoi chip sono diventati il "petrolio" dell'era digitale, alimentando i data center dei giganti del settore AI.

Dove si trovano i chip Nvidia

 I semiconduttori Nvidia sono ormai ovunque nell'ecosistema digitale moderno. I suoi chip alimentano i data center di cui hanno bisogno aziende come Microsoft, Amazon e Google per far funzionare i loro modelli di AI e servizi cloud. Nvidia ha generato 44,1 miliardi di dollari di ricavi nel trimestre concluso ad aprile, con un aumento del 69% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La spesa globale per le infrastrutture AI dovrebbe superare i 200 miliardi di dollari entro il 2028, secondo la società di ricerca International Data Corporation. L'azienda sta inoltre sviluppando nuovi modelli di AI progettati per alimentare robot e veicoli autonomi, e ha annunciato un aggiornamento del suo chip Blackwell chiamato "Blackwell Ultra", che promette di supportare meglio i modelli di AI con capacità di ragionamento più sofisticate.

Inoltre, l'azienda sta espandendo la sua presenza in Europa attraverso alleanze produttive con la francese Mistral e in Italia con Domyn (ex iGenius) di Uljan Sharka, mentre partecipa alla costruzione di giganteschi data center in Arabia Saudita e negli Emirati.

Le sfide del successo

 Prima dell'attuale trionfo borsistico, Nvidia ha attraversato momenti difficili. Il titolo era crollato del 37% da gennaio ad aprile a causa delle preoccupazioni legate alla startup cinese DeepSeek, che ha dimostrato come sia possibile creare modelli AI potenti con costi inferiori, mettendo in discussione la necessità di chip costosi. Da aprile, però, il titolo è rimbalzato del 74% raggiungendo nuovi record.

L'azienda deve inoltre fare i conti con i dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina. Nvidia ha dichiarato di aver perso 2,5 miliardi di dollari di ricavi aggiuntivi nel trimestre concluso ad aprile a causa delle limitazioni all'esportazione dei suoi chip H20 per l'intelligenza artificiale verso la Cina.

Tuttavia, l'azienda ha dimostrato grande capacità di adattamento. Sta sviluppando una versione depotenziata del suo chip più performante (H20) che potrebbe essere venduta a Pechino senza incorrere nell'embargo, e beneficia delle misure protettive di Trump che ha ottenuto dall'Europa la rinuncia a imporre una web tax.

Il futuro dell'oligopolio tecnologico

 Il successo di Nvidia solleva interrogativi sulla sostenibilità di un'economia trainata da un oligopolio di imprese tecnologiche. Con un terzo del valore delle grandi imprese americane dell'indice S&P 500 concentrato nelle "magnifiche sette" della tecnologia (Microsoft, Amazon, Apple, Alphabet-Google, Meta-Facebook, Nvidia e Tesla), gli analisti si chiedono quanto sia sano questo dominio per l'economia produttiva americana.

Huang vede ancora ampi margini di crescita per l'AI, che definisce "una tecnologia incredibile che trasformerà ogni industria". Gli analisti di Wall Street concordano: Loop Capital stima che Nvidia potrebbe raggiungere una capitalizzazione di 6 trilioni di dollari entro il 2028, considerando l'azienda "essenzialmente un monopolio per la tecnologia critica" nel settore AI.

Eppure, in un'epoca di rapida crescita degli investimenti in AI e di enormi somme necessarie per sviluppare nuovi modelli, sembra che a dominare il mercato resteranno le stesse compagnie, anche se sono sempre possibili avvicendamenti. La definizione di "Magnifici Sette" è stata coniata solo due anni fa dall'analista di Bank of America Michael Hartnett, e già si parla di possibili cambiamenti con l'ingresso di nuove aziende come Palantir di Peter Thiel.

Per ora, però, Nvidia si gode il suo momento di gloria come l'azienda che ha un valore di mercato superiore a quello di molte nazioni e che ha saputo trasformare la propria specializzazione in una posizione di dominio globale nell'era dell'intelligenza artificiale.

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