I giovani vogliono spazi per benessere e socialità, non solo scrivanie. I Central Business District saturi spingono verso il semicentro
© Istockphoto
L'ufficio non è più solo il posto dove si lavora. È diventato il luogo dove si costruiscono relazioni, si crea comunità, si sta bene. A guidare questa rivoluzione sono i talenti della Gen Z vale a dire la generazione nata tra la seconda metà degli anni Novanta e il 2010, che stanno riscrivendo le regole degli spazi di lavoro trasformandoli da centri di costo a leve strategiche per attrarre persone e guidare le performance aziendali. Lo rivela la nuova ricerca "Beyond Space Italy Office Workers Survey 2025" condotta da CBRE, leader globale nei servizi immobiliari commerciali, in collaborazione con AstraRicerche su un campione di oltre mille lavoratori in tutta Italia che utilizzano l'ufficio almeno tre giorni a settimana.
"La nostra analisi non è solo una fotografia del presente, ma una bussola per il futuro del real estate", commenta Giulia Ghiani, Head of Research Italy di CBRE. "Abbiamo individuato una chiara evoluzione delle aspettative, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che impongono un ripensamento sia degli spazi fisici che dell'intero ecosistema lavorativo. Comprendere queste dinamiche è cruciale per creare ambienti che siano veramente abilitanti per le persone e strategici per il business".
Per il 26% della Gen Z l'aspetto più importante dell'ufficio è la capacità di promuovere benessere e socialità, una percentuale nettamente superiore a quella dei Millennial (18%) e della Gen X (16%). Se l'ufficio tradizionale è in crisi, quello sociale è richiestissimo. La socialità non è più vista come una pausa dal lavoro, ma come un vero strumento: per il 43% della Gen Z contribuisce a migliorare la collaborazione con i colleghi, per il 38% serve a sentirsi parte di una comunità, contro il 25% del campione totale.Nella scelta di un'opportunità di lavoro, le priorità di questa generazione sono il benessere fisico e mentale (44%) e l'equità nella partecipazione (32%). L'ufficio diventa quindi qualcosa di più di una semplice postazione: è un hub di community e appartenenza, il primo biglietto da visita della cultura aziendale.
Questa nuova domanda di spazi esperienziali si scontra con un mercato caratterizzato da forte polarizzazione. La domanda di uffici di Grado A nei Central Business District ha portato i tassi di disponibilità a livelli minimi: lo 0,90% dello stock a Milano e lo 0,62% a Roma. La scarsità di prodotto ha spinto i canoni prime a nuovi record, toccando i 760 euro al metro quadro all'anno a Milano, il secondo canone di locazione più alto in Europa. La soluzione emerge dai dati sui lavoratori: la centralità non è una condizione indispensabile. Oggi la maggioranza dei lavoratori (44%) preferirebbe un ufficio in zone semicentrali, a patto che siano garantiti una buona offerta di servizi di prossimità come ristorazione e attività commerciali, e un buon equilibrio di accessibilità con mobilità dolce, mezzi pubblici e trasporto privato. La geografia del lavoro sta cambiando.
L'ufficio del futuro deve saper bilanciare due esigenze apparentemente opposte: massima produttività e massimo benessere. I lavoratori vogliono il meglio dei due mondi. Da un lato chiedono performance: l'89% ritiene fondamentale un ambiente progettato per massimizzare la produttività, con scrivanie regolabili e possibilità di utilizzare più schermi, mentre l'85% chiede aree silenziose per la concentrazione. Dall'altro lato, un identico 89% dei lavoratori ritiene fondamentali o importanti gli spazi per il pranzo e le aree comuni, mentre l'87% considera cruciale la sala caffè o la cucina attrezzata. L'azienda diventa un abilitatore di socialità: per il 50% delle persone le semplici pause caffè informali sono l'attività più efficace per migliorare la socialità, seguite dai pranzi condivisi (36%), spazi relax più accoglienti (35%) ed eventi aziendali informali (34%).
"Questi dati confermano che la strategia localizzativa e il design degli spazi sono diventati critici per le performance aziendali", commenta Fabio Mantegazza, Head of Leasing Italy di CBRE. "Oggi le aziende non possono più limitarsi a progettare uffici, ma è il momento di creare vere e proprie esperienze. L'immobile rappresenta il primo biglietto da visita della cultura aziendale e il suo successo si misura sempre di più in termini di engagement e benessere delle persone, non solo in metri quadri. Queste evidenze non possono essere ignorate dalle aziende ed è importante trasformare queste sfide in opportunità strategiche". La ricerca conferma il ruolo cruciale dell'ufficio come spazio strategico adattivo. Per la Gen Z è un luogo di community e appartenenza, per i leader aziendali è l'asset chiave per attrarre talenti e garantire crescita. La strategia vincente risiede nell'equilibrio tra sostenibilità, flessibilità e socialità.