le priorità dei più giovani

Gen Z e lavoro: per i più giovani contratto e stipendio non sono i fattori più importanti

La nuova generazione sceglie l'azienda in base ai valori: il 52% è disposto a guadagnare meno pur di lavorare dove si riconosce

29 Lug 2025 - 09:22
 © Istockphoto

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Dimenticatevi lo stipendio come unico criterio di scelta. La Generazione Z ha cambiato le regole del gioco: per i giovani tra i 18 e i 26 anni quello che conta davvero è trovare un'azienda che rispetti i loro valori, anche se questo significa rinunciare a qualche euro in busta paga.

Non è una moda passeggera, ma una vera rivoluzione silenziosa che sta trasformando il mondo del lavoro. Entro il 2030 la Gen Z rappresenterà il 30% della forza lavoro globale, e le loro richieste non possono più essere ignorate. Questi giovani lavoratori vogliono flessibilità, equilibrio tra vita privata e professionale e, soprattutto, aziende che si prendano cura delle persone prima ancora che dei dipendenti.

I numeri che fanno riflettere

 Un recente report di Checkr ha rivelato dati che dovrebbero far suonare un campanello d'allarme (o di opportunità) in tutte le aziende: il 52% dei lavoratori della Gen Z e il 46% dei Millennials sarebbero disposti a rinunciare a parte del proprio stipendio pur di lavorare in un'azienda i cui valori siano coerenti con i propri.

Tradotto: per loro il lavoro non viene più scelto solo in base al ruolo o al compenso, ma soprattutto in funzione del significato che porta con sé. È la dimostrazione che avere un lavoro che riflette la propria cultura valoriale non è un extra, ma una condizione basilare.

Cosa cercano davvero i giovani lavorator

  Secondo una survey ripresa da Forbes.com, la Gen Z vuole avere la certezza che il proprio lavoro abbia uno scopo, oltre che sentirsi parte integrante di un'azienda fin dal primo giorno. Ma non è tutto: pretendono anche trasparenza e chiarezza non solo dai leader, ma anche dai colleghi. Comunicazione aperta su retribuzione, benefit, performance, strategie e processi decisionali.

Una richiesta che si traduce in esigenze concrete: dall'8° Rapporto Eudaimon Censis emerge che il 42,5% dei lavoratori, quasi uno su due, vorrebbe poter contare su un consulente esperto in materia di welfare che possa illustrare l'offerta del pacchetto di servizi aziendali e indirizzare verso le soluzioni più adatte.

Il welfare diventa strategico

 In questo scenario, aziende come Eudaimon - tra le principali società italiane nel campo del welfare aziendale e dal 2023 parte del Gruppo Epassi, leader europeo nelle soluzioni digitali per gli employee benefit - stanno ridefinendo l'approccio al benessere lavorativo.

"Non si tratta più di semplici servizi aziendali, ma di una nuova cultura del lavoro", spiega Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon. "Oggi le persone chiedono alle aziende di farsi carico della loro esperienza complessiva, non solo come dipendenti, ma come individui. Chi saprà rispondere a questa richiesta costruirà legami più solidi, talenti più motivati e ambienti più resilienti".

Benefit che fanno la differenza

 Non stupisce che molte soluzioni prima considerate "di nicchia" stiano diventando elementi decisivi nella scelta di un nuovo posto di lavoro: il rimborso dei prestiti universitari, le app di budgeting o le coperture sanitarie flessibili sono solo alcuni esempi.

"Il futuro del lavoro passa da una cultura professionale più umana", continua Perfumo. "Per i lavoratori della Gen Z il lavoro non è più solo una questione economica, ma riguarda la qualità dell'esperienza lavorativa nel suo complesso. Flessibilità, benessere e supporto alla persona sono diventati elementi imprescindibili".

Parliamo di giovani che valutano con attenzione non solo il tipo di contratto o la sede, ma anche ciò che l'azienda è in grado di offrire al di fuori dell'ufficio: coaching finanziario, settimane lavorative ridotte, programmi per l'equilibrio psico-fisico.

Il futuro è già qui

 La conclusione è chiara: le aziende che sapranno adattarsi a queste esigenze non solo attireranno i talenti di domani, ma costruiranno una forza lavoro più consapevole, coesa e orientata al futuro, fondata su obiettivi condivisi, rispetto e fiducia. Non è più questione di "se" adattarsi a questi cambiamenti, ma di "quando" e "come" farlo. Perché la Gen Z non sta semplicemente entrando nel mondo del lavoro: lo sta trasformando.

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