Speciale Il conflitto in Medioriente
quanto valgono le relazioni tra i due paesi

Italia-Israele, un asse strategico da oltre 4 miliardi di euro

Dalle esportazioni del Made in Italy alla cooperazione tecnologica: il rapporto bilaterale tra Roma e Tel Aviv va ben oltre il commercio e tocca sicurezza energetica, difesa e innovazione

02 Ott 2025 - 18:53
 © Istockphoto

© Istockphoto

Le relazioni tra Italia e Israele rappresentano molto più di un semplice interscambio commerciale. Si tratta di un asse strategico profondo che lega la capacità manifatturiera italiana all'eccellenza tecnologica israeliana. Nonostante i momenti di tensione geopolitica, il rapporto bilaterale è rimasto finora solido, con un valore complessivo che ha superato i 4,3 miliardi di euro nel 2024, collocando l'Italia come terzo partner commerciale europeo di Israele dopo Germania e Olanda.

Il dato italiano va inquadrato in un contesto più ampio: l'Unione europea nel 2023 è stata il più importante investitore in Israele al mondo con 72,1 miliardi di euro, quasi il doppio degli Stati Uniti fermi a 39,2 miliardi. L'Europa è anche il primo partner commerciale di Israele con un valore di 42,6 miliardi di euro, superiore ai 31,6 miliardi degli Stati Uniti. Un ammontare che, sorprendentemente, non ha conosciuto crisi dopo gli eventi del 7 ottobre 2023 e nel corso del 2024 è persino cresciuto di un miliardo.

L'Italia, quinto fornitore di Israele

 L'interscambio tra i due Paesi è storicamente positivo per l'Italia, che si posiziona come il quinto fornitore di Israele a livello mondiale. Circa 3,5 miliardi di euro del totale annuale provengono dalle esportazioni italiane, dato che riflette la complementarità dei due mercati: l'Italia fornisce principalmente macchinari, prodotti ad alta tecnologia ottica ed elettronica, e domina nei settori del Made in Italy - food, furniture e fashion - un'eccellenza che gli israeliani apprezzano particolarmente.

Importazioni strategiche dall'alta tecnologia israeliana

 Le importazioni italiane da Israele si attestano attorno a 1,3 miliardi di euro e sono concentrate in settori ad alta tecnologia. Tra questi spiccano i prodotti farmaceutici, chimici avanzati e, in modo significativo, i sistemi di difesa e armamenti, un ambito in cui Israele è il secondo fornitore dell'Italia dopo gli Stati Uniti. 

Investimenti: un rapporto asimmetrico

 Sul fronte degli investimenti diretti esteri, l'Italia nel 2023 ha investito circa un miliardo di euro in Israele, una cifra significativa ma ben lontana dai 50 miliardi dell'Olanda, dai 7 miliardi del Lussemburgo o dai 4 miliardi della Germania. Al contrario, gli investimenti israeliani in Italia sono quasi irrilevanti nel panorama europeo, dove Tel Aviv concentra i propri capitali soprattutto nei Paesi Bassi (48 miliardi), Cipro (6,5 miliardi) e Germania (4,3 miliardi). L'Europa nel 2023 ha ricevuto investimenti israeliani per 66 miliardi di euro, sette volte quelli diretti agli Stati Uniti.

La forza della "Startup Nation"

 Il vero potenziale del legame risiede nella cooperazione strategica, sfruttando l'elevatissimo tasso di investimenti in ricerca e sviluppo di Israele, che supera il 4% del Pil. L'Italia sta lavorando per sfruttare questa avanguardia tecnologica in aree critiche, dalla cybersecurity alle scienze della vita, dall'intelligenza artificiale alle tecnologie aerospaziali

Il gas del Mediterraneo e l'hub energetico italiano

 Israele è un attore cruciale nella strategia italiana di diventare un hub energetico nel Mediterraneo. Roma punta al gas naturale liquefatto proveniente dai giacimenti dell'Est Mediterraneo come fonte di diversificazione dalle forniture russe. Sono in corso trattative per un accordo di cooperazione energetica che potenzierebbe l'import e la logistica attraverso l'Italia, rafforzando il ruolo del nostro Paese come ponte tra il Mediterraneo orientale e l'Europa.

Acqua e agricoltura: tecnologie per il futuro

  Data l'eccellenza israeliana nella desalinizzazione e nella gestione idrica, sono attivi bandi e collaborazioni - anche tramite enti come Enea - in settori come le tecnologie dell'acqua e l'agritech. In un contesto di cambiamento climatico e stress idrico crescente nel Mediterraneo, questa cooperazione assume un valore strategico particolare per l'Italia meridionale e le isole.

Ricerca congiunta e innovazione

  Un solido accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica, attivo da decenni, continua a finanziare congiuntamente progetti di ricerca e sviluppo in ambiti come le scienze della vita e l'ambiente. Numerose startup italiane hanno aperto sedi in Israele per accedere al suo ecosistema dell'innovazione, mentre aziende israeliane vedono l'Italia come porta d'accesso al mercato europeo.

L'accordo di associazione UE-Israele e le mancate sanzioni

 Dal 2000, l'accordo di associazione tra Unione europea e Israele garantisce rapporti politici ed economici privilegiati. Nonostante la situazione a Gaza e in Cisgiordania, l'Europa non ha irrogato alcuna sanzione verso il governo Netanyahu. Il 15 luglio 2025, durante l'incontro tra la Commissione europea e i ministri degli Esteri dei 27 Paesi membri, Paesi come Irlanda e Spagna hanno chiesto la sospensione dell'accordo in virtù dell'articolo 2 che stabilisce il rispetto dei diritti umani come condizione imprescindibile. La proposta non ha ottenuto l'unanimità necessaria.

Stabilità geopolitica nel Mediterraneo

  Sul piano politico, il rapporto è definito da una forte amicizia e una profonda intesa sulla stabilità regionale. L'Italia vede in Israele un partner strategico e un punto di riferimento in un Medio Oriente complesso, sebbene le posizioni sulle politiche territoriali possano differire in linea con l'Unione Europea. Il recente caso della flottiglia umanitaria ha evidenziato queste tensioni, ma non ha incrinato i rapporti di fondo tra i due governi.

Un valore che va oltre i numeri

 Il valore delle relazioni italo-israeliane non è misurabile solo in euro, ma anche in sicurezza degli approvvigionamenti, in innovazione tecnologica e in stabilità strategica nel Mediterraneo allargato. In un momento di frammentazione geopolitica globale, questo asse bilaterale rappresenta per l'Italia un asset importante nella sua proiezione mediterranea e nella sua strategia di diversificazione dei partner commerciali e tecnologici.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri