L’aumento delle temperature, l’intensificarsi degli eventi estremi, la perdita di biodiversità e l’aggravarsi delle crisi idriche rappresentano rischi sistemici per salute, economia e territorio
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Cambiamenti climatici e inquinamento non sono più fenomeni astratti né emergenze isolate: sono due aspetti strettamente connessi del processo di decarbonizzazione che l’Italia è chiamata ad affrontare con urgenza. Come sottolinea il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), l’aumento delle temperature, l’intensificarsi degli eventi estremi, la perdita di biodiversità e l’aggravarsi delle crisi idriche rappresentano infatti rischi sistemici per salute, economia e territorio. Alla stessa maniera, la lotta all’inquinamento (atmosferico, idrico e del suolo) è considerata uno dei pilastri della transizione ecologica, con interventi specifici per ridurre emissioni, migliorare la qualità dell’aria e promuovere tecnologie pulite. In questo scenario, le imprese italiane, supportate dal sistema camerale e dalle iniziative del MASE, possono svolgere un ruolo decisivo nel rafforzare la resilienza del Paese.
Per rispondere agli effetti già in atto del riscaldamento globale, il MASE ha sviluppato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), uno strumento strategico che definisce le linee di azione per prevenire, ridurre e gestire i rischi legati al cambiamento climatico. Il PNACC analizza in maniera dettagliata i principali impatti sul territorio italiano: ondate di calore nelle aree urbane, siccità e riduzione delle risorse idriche, dissesto idrogeologico, incendi, innalzamento del livello del mare, stress sulla produzione agricola e vulnerabilità delle filiere industriali.
Il Piano definisce misure di adattamento per quei settori che sono ritenuti strategici: la gestione sostenibile dell’acqua, la protezione delle infrastrutture critiche, la sicurezza delle aree costiere, l’agricoltura resiliente, la tutela della salute e sistemi di allerta, la prevenzione del dissesto idrogeologico.
In questo scenario il PNACC non rappresenta solo un documento tecnico, ma una vera e propria politica nazionale di resilienza, essenziale per evitare impatti economici e sociali molto più costosi in futuro.
Accanto alle misure di adattamento, l’Italia ha adottato un nuovo strumento finanziario di portata internazionale: il Fondo Italiano per il Clima, istituito dal MASE e dal ministero dell’Economia per sostenere progetti di mitigazione e adattamento nei Paesi vulnerabili, in linea con gli accordi globali sul clima. Il Fondo ha una dotazione complessiva di 3,44 miliardi di euro per il periodo 2024-2028 e rappresenta uno degli impegni più significativi dell’Italia nell’ambito della finanza climatica internazionale.
Queste risorse servono per sostenere e promuovere le energie rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo, le reti di adattamento idrico e agricolo,i programmi di protezione degli ecosistemi, gli investimenti per ridurre le emissioni e i progetti di resilienza urbana e rurale.
Il Fondo Clima mira a promuovere un modello di cooperazione internazionale capace di affrontare disuguaglianze, vulnerabilità e rischi climatici, contribuendo agli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Il cambiamento climatico, come spesso sottolineato da Unioncamere, non rappresenta solo un elemento di allarme da un punto di vista prettamente ambientale ma anche come fattore con impatti diretti sul sistema produttivo, potendo potenzialmente essere tra le cause di interruzioni delle filiere, danni alle infrastrutture, imprevedibilità delle risorse idriche, crisi energetiche, aumento dei costi assicurativi.
L’adattamento, quindi, non è solo un dovere ambientale: è un vantaggio competitivo per le imprese che investono in tecnologie, gestione sostenibile dell’energia, riduzione delle emissioni, economia circolare e resilienza delle catene del valore.
Da qui, l’importanza da parte anche del sistema camerale della promozione di percorsi di formazione e accompagnamento per le imprese sulla gestione del rischio climatico, sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità delle filiere. Attraverso iniziative come GreenCam, ad esempio, Unioncamere diffonde strumenti operativi, webinar, linee guida e buone pratiche, favorendo la partecipazione delle PMI ai processi di decarbonizzazione e adattamento climatico.
Clima e inquinamento rappresentano sfide epocali che il Paese deve affrontare in modo coordinato. Gli strumenti del MASE, dal PNACC al Fondo Clima, offrono una visione chiara: ridurre le vulnerabilità, proteggere i territori e costruire un futuro più sicuro per cittadini e imprese. Da parte sua Unioncamere, con la sua rete capillare e il supporto alle PMI, contribuisce a trasformare queste strategie in azioni concrete, favorendo una cultura della sostenibilità che coinvolge territori, comunità e filiere produttive.
Per l’Italia, la strada da seguire è evidente: unire mitigazione, adattamento e innovazione per affrontare il futuro climatico con decisione, preparazione e responsabilità.