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Tricche e ballacche di Portento

Il telebestiario di Francesco Specchia

Secondo il Devoto–Oli, il termine “portento” indica stupefazione, fatto eccezionale, evento di carattere miracolistico.

E, in effetti, affiora un che di miracolistico, anzi, di miracolato nella vita frastagliata di Orlando Portento, 59 anni, marito di Angela Cavagna,e autore del più ossessivo tormentone della storia della tv dopo “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”, “As as fidanken” e gli snodi linguistici di Luca Giurato in blocco.

Portento è uno personaggio desueto. Calabrese, il capello tinto come non si vedeva dai tempi di Leone Di Lernia e Alberto la Volpe, le scarpe spaiate,la valigetta inseparabile dove nasconde i congiuntivi, Portento è uno mix fra un Apache abbronzato e Franco Califano da giovane. Ha fatto l’ ex giocatore della Samp, ex allenatore e l’ ex autore di chissà chi e chissiricorda dove; ma è assurto agli onori della cronaca alla “Fattoria”. Dove ha sfornato, davanti a una Barbara D’Urso -che aveva giustamente silurato la Cavagna- le espressioni “Cammellare” e “Tric-e –ballacche” (quest’ultima accompagnata da un basculante gesto dell’avambraccio, un tarantella alla “cà niscuno è fesso”).

Linguisticamente i suddetti termini sarebbero degli “apax legomenon”, neologismi con inedita potenza evocativa..Di per sé, invece, cammellare e tric- e ballacche sono delle puttanate micidiali, roba che non ci capitava dai tempi dei gesti da avanspettacolo di “Vieni avanti cretino”. Però siamo più tranquilli da quando Aldo Grasso ha speso un articolo sul caso, ci ha spiegato che “cammellare significa gabbare una persona”, “facendola passare per poco perspicace, come un cammello” (puntualizza il Portento, e il riferimento è proprio alla Cavagna che coi cammelli ha rotondità comuni); e che, soprattutto, “tric- e ballacche” indica un “intrigo, truffa, come dire non sono fesso, non ci casco, riferito al tric-trac, strumento in legno con due assicelle che suona appunto come tric-trac..” (aggiunge sempre il Portento).

Ora, non staremo più a dilungarci sul tormentone che tracima a macchia d’olio nei altri programmi; sul carattere osmotico della puttanata; sulla capacità dei reality di trattenere ogni genere di tipologia tranne il buon gusto. Noi non guardiamo la Fattoria, un po’ perché ormai i reality ci sembrano tutti uguali, un po’ perché senza Alvaro Vitali la valenza pedagogica del programma non è più la stessa. Ma osserviamo che il Portento lo è di nome e di fatto. Dopo eoni passati a cercare di infilare la moglie Angela (esattamente dal ’91, anno in cui faceva l’infermiera a Striscia) –simpatica,ma senza un effettivo ruolo sociale- in tutti gli show possibili il nostro apache è stato cacciato da tutti i contesti possibili e immaginabili in tutte le tv pubbliche e private come un Diaco qualsiasi.

Ora finalmente l’apache è uscito dalla riserva indiana. E c’è riuscito semplicemente invocando un complotto televisivo contro la moglie colpevole solo d’essere se stessa; e l’ha fatto montando un casino in cui la D’Urso –stavolta- non c’entrava un piffero; e l’ha fatto con una lettera sulle colonne del mitico settimanale “Di Più”. Codesta lettera,peraltro, nel suo italiano sudato e avviluppante, è strepitosa. Sembra quella di Totò e Peppino, i fratelli Capone, nella “Malafemmina”.

Alcuni stralci: “Mia cara Barbara D’Usro, ti scrivo questa mia per venire a dirvi che voi avete avuto nei miei confronti, cioè me medesimo Orlando Portento, marito di Angela Cavagna e nei confronti di mia moglie un comportamento a di poco ‘cammellatifero’, ma io vi smascherato, cioè vi ho detto tric- e balacche’…”; “Avete cominciato a non microfonarmi, io marito vero di Angela Cavagna, mentre avete microforato fidanzatini, parenti, perfino il panettiere che portava i grissini in casa di un congiunto… era un altro indizio che nell’aria c’era una cammellata”;”Ho provato col mio intercalare gesticolifero a dire a tutti che c’era stata la cammellata, ma Ella signora D’Urso mi ha interrotto…”; “Tu mi hai chiesto dai facciamo pace? E io ti ho risposto seccamente “No” Adesso però con questa mia ti dico tutto…”. Conclusione: la Cavagna è rientrata alla Fattoria. E ho detto tutto, come diceva Peppino De Filippo. E ancora non abbiamo capito se portento è un cialtrone o un genio. Nel dubbio, come diceva Totò, ci asteniamo…

Francesco specchia