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Omar Pedrini: "Quando ho trovato le porte della discografia chiuse"

Il cantautore torna dopo otto anni con "Che ci vado a fare a Londra?"

Omar Pedrini, seppure impegnato su mille fronti dalla radio alla tv passando per il cinema, non incideva un disco di inediti da otto anni. Ecco che arriva "Che ci vado a fare a Londra?" nato in tre anni dal forte sound inglese. Tra le collaborazioni Ron, Dargen D'Amico e i Modena City Ramblers. Ma non è stato facile tornare sulla scena: "Ho trovato all'inizio le porte tutte chiuse dalla discografia", svela a Tgcom24.

Omar Pedrini: "Quando ho trovato le porte della discografia chiuse"

Otto anni di assenza sono tanti...
Mi sono preso del tempo. Otto anni fa con 'Pane burro e medicine' ho fatto un album sperimentale ma poi non ero in grado di fare una tournée a causa dell'aneurisma che mi aveva colpito. Dopo qualche anno ho poi avuto un'altra operazione al cuore. Per questo motivo mi sono occupato di altro dalla radio alla televisione, fino al cinema. Poi è successa una cosa strana...

Cosa?
Quando mi sono reso conto di aver recuperato totalmente le forze e di star bene ho trovato tutte le porte della musica chiuse.

Come mai?
A causa anche della gravissima crisi che ha attraversato questo settore. Lo capisco. Ma poi la situazione si è sbloccata anche grazie all'amico Ron. Un giorno ci siamo ritrovati a far musica e lui mi ha chiesto di fargli ascoltare dei pezzi nuovi, dal momento che apprezza molto il mio sound inglese. Mi ha incoraggiato ad andare avanti e così ho fatto. E' stato un vero e proprio punto di svolta.

"Che ci vado a fare a Londra?". Un titolo curioso, com'è nato?
Sono stato contattato dalla Ignition, etichetta management di Noel Gallagher, a Londra. Era un'occasione da non perdere ed ero molto emozionato ma anche pervaso da sentimenti contrastanti. Ad un certo punto ho chiesto alla mia compagna Veronica, che allora era incinta, 'Che ci vado a fare a Londra?' e lei mi ha detto subito di andare.

Perché i brani ruotano tutti attorno al "Pianeta blu"?
Mi ha affascinato l'immagine della Terra che si vede dallo spazio. Chi l'ha fotografata da lassù ha detto che appare come un puntino blu grazie alla presenza dell'acqua. Per questo ho ideato quattordici storie ambientate su questo pianeta. Un ritratto dell'umanità ormai sempre più coinvolta in guerre personali. Per questo auspico che un giorno non ci siano più distinzioni di razza e religioni per vivere in perfetta pace.

Si parla anche di amore e morte in "Quando un uomo"...

E' una canzone a cui tengo moltissimo. E' dedicata sia al mio migliore amico che è morto che ad Augusto Daolio dei Nomadi, scomparso tra le amorevoli cure della moglie Rosi. E' la storia di un percorso, di un passaggio della malattia ma attraverso il grande amore. La moglie del mio migliore amico gli teneva la mano e così fino al viaggio verso il cielo. L'amore resiste anche oltre la morte e nel presente proprio come ha fatto Rosi che cerca sempre di mantenere viva la memoria del marito Augusto.