FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Migranti, Tusk: "Possiamo bloccare flussi, lo dobbiamo all'Italia"

"Eʼ tempo di chiudere la rotta dalla Libia", dice il presidente del Consiglio Ue. "Quello che serve è determinazione", aggiunge

"La Ue ha dimostrato di essere capace di chiudere le rotte di migrazione irregolare, come ha fatto per quella del Mediterraneo orientale.

Ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all'Italia". Così il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk dopo l'incontro col premier libico Fayez Al Sarraj. "Ho parlato a lungo con Al Sarraj e con Gentiloni. Quello che serve è determinazione. Lo dobbiamo a chi rischia la vita, agli italiani e a tutti gli europei".

Ue e Libia, ha sottolineato Tusk, hanno "interesse comune a ridurre i numeri di migranti irregolari che rischiano le loro vite nel Mediterraneo centrale", un flusso che "non è sostenibile né per la Ue né per la Libia" dove "i trafficanti minano l'autorità dello Stato libico per il loro profitto". Nel summit di venerdì sul tavolo ci saranno "misure aggiuntive" per "combattere più efficacemente le reti di trafficanti e gestire meglio i flussi migratori".

La Ue, ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo, "sostiene pienamente gli sforzi dei libici per trovare un accordo politico e gli sforzi delle Nazioni Unite per la distensione". Tusk ha anche ribadito il "pieno supporto" della Ue per il governo di accordo nazionale di Al Serraj, ma ha anche lanciato un appello agli avversari del premier libico sottolineando che servono "ulteriori risultati, in senso costruttivo" per coinvolgere "coloro che in Libia non si sono uniti alle nuove istituzioni".

Tusk ha quindi osservato che "la situazione umanitaria e della sicurezza ha devastato le prospettive della popolazione civile" e che "la Ue continuerà a fornire assistenza al popolo libico", ma ha anche sollecitato tutti i libici a "mettere da parte i disaccordi in modo che la Ue si possa impegnare di più".