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Al Qaeda accusa Benedetto XVI

"Viaggio Turchia è campagna crociata"

Secondo Al Qaeda la visita del Papa in Turchia "ha lo scopo di preparare una campagna crociata contro i Paesi islamici".

Il gruppo terroristico "Stato islamico iracheno" in un comunicato accusa Benedetto XVI di voler "spegnere la fiamma dell'Islam accesa dai fratelli musulmani in Turchia", dopo "il fallimento dei capi crociati come Bush, Blair, Berlusconi e Howard".

Il gruppo terroristico fondato dal terrorista giordano Abu Musab al Zarqawi, ucciso in un raid americano il 7 giugno, ha commentato con una nota la visita che il Pontefice sta svolgendo in Turchia. Secondo i terroristi, obiettivo di questa visita è "cancellare la tradizione islamica e tagliare le radici islamiche colpite nel loro profondo per far restare i turchi nel fango della laicità fondata dall'ebreo Ataturk e spingerli nelle braccia dell'Unione Europea per fermare l'ondata islamica".

I hanno inoltre aggiunto di essere "sicuri della sconfitta dei romani (termine usato nell'arabo medioevale per definire gli occidentali) in tutti i Paesi islamici". Nel comunicato si ricorda che la visita del Papa in Turchia avviene in seguito alle polemiche sulla lezione di Ratisbona, nel settembre scorso. "Il Papa del Vaticano ha iniziato la sua visita in Turchia, che in passato è stato luogo di rifugio dell'Islam, pochi mesi dopo il suo attacco all'Islam - si legge nel comunicato - e al suo profeta Maometto e avviene in un momento straordinario che riguarda il mondo islamico. Le ondate della campagna crociata ordita contro il mondo islamico si sono abbattute sulle rocce dei mujahidin e il loro silenzio rivela che sono arrivati a un vicolo cieco in Afghanistan e in Iraq".

La replica del Vaticano
A poche ore dalle dure dichiarazioni di Al Qaeda sulla visita del Papa in Turchia, il Vaticano precisa i motivi del viaggio di Benedetto XVI nel Paese islamico e replica al messaggio diffuso via Internet. "Non c'è preoccupazione nè da parte del Papa nè da parte del suo entourage. Questo tipo di messaggio mostra ancora una volta l'urgenza e l'importanza dell'impegno comune di tutte le forze contrarie all'uso della violenza. Questo messaggio mostra anche quanto sia significativo il dialogo fra le fedi per dichiarare nel modo più esplicito da parte di tutte le fedi no all'uso della violenza nel nome di Dio", ha spiegato il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi.