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Usa, primo ufficio per la marijuana

Consumo solo a fini terapeutici

A Santa Cruz nasce il primo "Ufficio per l'uso compassionevole" della marijuana.

Con quattro voti favorevoli e due contrari, il consiglio comunale della città californiana approva la proposta di creare un ufficio per distribuire l'erba a scopi terapeutici. In vista anche un accordo con le farmacie del posto per la sua vendita dietro ricetta medica, nonostante l'opposizione del governo di Washington.

Santa Cruz è la prima città americana ad istituire un ufficio di questo tipo. Già nel 1996 gli elettori della California approvarono una legge per la liberalizzazione della marijuana per usi medici, ma Washington si è sempre detta contro il provvedimento. A giugno la Corte Suprema decise in favore dell' Amministrazione, confermando il suo diritto a far rispettare il divieto federale alla coltivazione, il possesso e l'uso della cannabis a scopo curativo, anche nei 10 Stati che lo hanno legalizzato. Il consiglio di Santa Cruz si è impegnato, pertanto, a difendere il diritto del comune di controllare l'uso della droga contro i tentativi del governo federale di sottrarglielo.

Marijuana meno cancerogena del tabacco
Un punto a favore dell'iniziativa arriva da uno studio condotto dall'Università del Colorado e pubblicato dalla rivista statunitense Harm Reduction Journal. I risultati della ricerca rivelano che la marijuana ha delle proprietà che contrasterebbero l'azione cancerogena del tabacco. Il merito è del Thc, l'ingradiente attivo della pianta, che contrasta l'azione delle componenti nocive. In sostanza, la nicotina attiva un enzima che converte determinati componenti chimici presenti sia nel fumo di tabacco che in quello di marijuana in forma cancerogena. Ma gli esperimenti sui topi dimostrano che il Thc blocca l'attività dell'enzima in questione.

Diversi poi gli effetti di cannabis e nicotina sul sistema immunitario. Il tabacco produce degli irritanti che agiscono sul sistema respiratorio scatenando i dannosi radicali liberi, che contribuiscono allo sviluppo delle cellule cancerose. I cannabinoidi, sia quelli contenuti nella marijuana che quelli che si trovano naturalmente nell'organismo umano, sono al contrario in grado di inibire la risposta infiammatoria.

Scongiurato il pericolo di cancro ai polmoni, quello che resta tuttavai alto per i consumatori della contestata pianta, è il rischio di avere la tosse cronica e di essere soggetti ad affezioni respiratorie.