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Ogni due secondi scompare una foresta grande come un campo da calcio

Dietro al taglio degli alberi ci sono traffici illegali di cui anche noi possiamo essere complici ignari. Uno spunto di riflessione nella Giornata internazionale

Ogni due secondi un'area di foresta grande quanto un campo da calcio viene distrutta nel mondo. Questo il ritmo del rintocco funebre della deforestazione. Nella cieca mira di un interesse economico immediato, si distruggono habitat naturali di valore inestimabile minando alle radici il futuro del Pianeta. La necessità di riflettere sull'importanza dei polmoni verdi ha indotto le Nazioni unite a proclamare, lo scorso anno, il 21 marzo come Giornata internazionale delle foreste.

Ogni due secondi scompare una foresta grande come un campo da calcio

Numeri impressionanti - I quattro miliardi di ettari che assorbono ogni anno 289 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, stanno scomparendo al ritmo di 50 campi da calcio al minuto. Dal 2000 al 2012 si sono persi 2,3 milioni di km quadrati di foreste e se ne sono guadagnati, con piantumazioni e ripristini, solo 0,8 milioni. I dati sono stati diffusi dall'Università del Maryland e da Google, che ha da poco lanciato un "osservatorio mondiale" per monitorare la deforestazione, e corrispondono alla perdita un'area pari a 68mila campi da calcio al giorno.

Cosa stiamo perdendo - Le foreste ospitano circa due terzi della biodiversità terrestre e si stima che da esse dipenda la sopravvivenza di più di un miliardo e mezzo di persone. Immagazzinano quasi 300 miliardi di tonnellate di carbonio, una cifra 40 volte superiore alle emissioni di gas serra prodotte dai combustibili fossili, per questo la deforestazione inquina quanto tutti i mezzi di trasporto messi insieme al mondo.

Perché si tagliano gli alberi - Nelle aree tropicali, la deforestazione si mette in atto per produrre legno, olio di palma, polpa di cellulosa, carne, pelle o soia. Materie prime o prodotti finiti che arrivano sul mercato italiano facendo diventare il nostro Paese complice della distruzione delle foreste. C'è anche il commercio illecito di legname pregiato. Il giro d'affari legato al taglio illegale, secondo l'Interpol, ha raggiunto nello scorso anno, 100 miliardi di dollari. Il Wwf evidenzia che La principale vittima della deforestazione è l'Amazzonia, dove "abbiamo già "divorato" il 20% delle foreste nel corso di poche generazioni con conseguenze devastanti per il clima e la biodiversità".

Basta comprare un mobile per diventare complice - Greenpeace chiede a governi e aziende di impegnarsi con politiche a Deforestazione Zero e sottolinea: "L'Italia, che è uno dei principali porti d'arrivo di legno illegale, deve adottare la normativa dell'Unione europea che dal marzo 2013 vieta le importazioni di legname proveniente dal taglio illegale. Finché non ci sono pene amministrative non c'è neanche il reato". In soldoni, un semplice cittadino che acquista un mobile può diventare l'ignaro complice di un traffico illegale Per evitare che ciò accada, Legambiente invita i cittadini ad acquistare prodotti con marchi di certificazione forestale, come Fsc e Pefc (Programma internazionale di valutazione degli schemi di certificazione forestale).