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Bergamo, il sindaco di Cene: "Meglio i terremotati dei profughi"

Il primo cittadino racconta a Tgcom24 di non essere stato messo al corrente dellʼarrivo di 59 migranti nel paese

"Meglio ospitare i terremotati che i profughi, qualsiasi padre di famiglia prima di dare agli altri dà ai propri figli".

A parlare a Tgcom24 è Giorgio Valoti, sindaco leghista di Cene, in provincia di Bergamo. Il primo cittadino lamenta di aver visto arrivare 60 profughi a sua insaputa e ha così voluto avvisare i residenti attraverso un annuncio apparso sui tabelloni luminosi destinati alle comunicazioni dell'amministrazione comunale. Dopo il terremoto, il sindaco ha inoltre voluto pubblicare un appello su Facebook, poi ribadito in questa intervista: "La proposta che porterò avanti, sia con il vescovo sia con il prefetto, è quella di usare la casa vacanze della curia, appena assegnata a 60 cittadini stranieri, come accoglienza per le persone terremotate".

Sindaco Valoti, sul suo profilo Facebook ha pubblicato un post affermando di voler ospitare i terremotati piuttosto che gli stranieri. Può spiegarci il suo punto di vista?
Qualsiasi padre di famiglia darebbe prima ai propri figli che agli altri. Io penso prima ai nostri connazionali che agli stranieri. Mi sembra un ragionamento naturale, automatico. Chi non lo farebbe?

Ma come faceva a non sapere che sarebbero arrivati 60 migranti nel suo comune?
La Prefettura non mi ha avvisato. Ho inviato una lettera al Prefetto, ma lui mi ha detto che i tempi sono troppo stretti, che la gente che arriva è tanta e che si è trattato di una situazione di emergenza. In realtà, io ero stato contattato per verificare l'idoneità dell'edificio. E, infatti, nel pomeriggio mi ero recato nella struttura con i Vigili del Fuoco per fare i controlli. Ma nessuno mi aveva avvisato del loro arrivo: il sindaco viene sempre scavalcato. Secondo me ne arrivano troppi. Mandare 60 persone - inzialmente avevo comunicato 59, come ancora c'è scritto negli avvisi luminosi - più 4 addetti ai lavori in un paese da 4.270 abitanti per quanto mi riguarda è una scelta sbagliata. 

Lei come ha saputo del loro arrivo?
Alle 22 ho visto il primo pullman passare con 35 persone dentro. Mi sono incuriosito perchè di solito da noi non arrivano mezzi del genere. Quindi, l'ho seguito e ho scoperto che i migranti venivano portati in una struttura della curia, l'ex colonia del Monte Bue, data in comodato alla parrocchia, dove solitamente vanno i ragazzi per attività ludiche o ritiri spirituali. Alle 24 è arrivato il secondo pullman, con altri 'disperati'. Trasportati di notte come le bestie: è carità cristiana questa? Non penso proprio. E poi non posssono mandarli in una frazione, a 4 chilometri dal centro del paese. 

Anche i terremotati, comunque, si troverebbero a 4 km dal centro del paese...
Sì, ma noi abbiamo scuole e strutture adeguate, quindi i terremotati potrebbero essere inseriti nelle nostre attività, temporanemante, dato che vogliono tornare nei propri paesi. Dei migranti non mi occupo io, ma una cooperativa sociale. Io non so neanche quanto resteranno, non lo sa nessuno. Ad ogni modo, anche 5-6 anni fa ci eravamo trovati nella stessa situazione, ma allora non ne arrivavano così tanti.