Browser, adottato nel 2010 per cacciare topi, è in breve diventato la mascotte della biblioteca pubblica di White Settlement. Amato dai lettori, non ha lasciato i suoi libri nemmeno quando a provare a cacciarlo ci ha provato il consiglio comunale
Circa duecento anni fa Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (per gli amici E.T.A Hofmann) conobbe un discreto successo editoriale con Considerazioni filosofiche del Gatto Murr, una simpatica parodia del genere autobiografico molto in voga nei primi decenni dell'Ottocento. Protagonista proprio il felino del titolo, che raccontava la sua esistenza trascorsa leggendo i classici e componendo opere in versi e in prosa. Insomma, più che un topo da biblioteca si potrebbe parlare di un vero e proprio "gatto da biblioteca", non così dissimile da alcuni esemplari che davvero dimorano tra i libri. Uno dei casi più conosciuti di gatto residente tra i volumi è sicuramente quello di Browser, un felino grigio tigrato adottato nel 2010 dalla biblioteca di White Settlement in Texas, che è riuscito a non farsi sfrattare nonostante i diversi tentativi della politica locale.
Browser era arrivato nella piccola città (diciottomila abitanti non lontana da Fort Worth) per assolvere a un compito preciso: cacciare i topi. Solo che, col tempo, diciamo che il gatto è riuscito a guadagnarsi affetto e gratitudine a prescindere da come svolgesse il suo compito primario. In breve il simpatico felino si è trasformato in un'autentica mascotte, amata e coccolata dagli avventori della biblioteca. Con un suo posto nella comunità e presto diventato un'icona del paese, al punto da figurare come modello per un calendario di beneficenza che ha raccolto più soldi di quelli necessari a mantenerlo per un anno intero. Browser è stato insomma un simbolo, l'animale più popolare di White Settlement, ma tanta celebrità lo ha portato anche a farsi dei nemici, anche piuttosto potenti.
La prima puntata della faida tra il gattino Browser e gli amministratori locali di White Settlement è andata in onda a giugno 2016. Durante una seduta del consiglio comunale, l'assessore Elzie Clements ha preso la parola per chiedere che quel felino venisse sfrattato dalla biblioteca del paese, apertamente sostenuto da almeno un collega molto preoccupato per le allergie ai gatti: "Gli animali non appartengono agli edifici pubblici”, aveva dichiarato Clements lanciando un provvedimento poi approvato per un soffio,e scatenando una protesta presto montata da locale a nazionale.
Browser aveva perso ma aveva dalla sua parte ormai migliaia di persone. Al grido di "gattari di tutto il mondo unitevi" erano arrivate oltre 12mila firme e più di 1.500 email da ogni parte del mondo per perorare la causa del gattino sotto sfratto. La pressione per il piccolo comune texano era diventata a quel punto insostenibile e, appena un mese dopo, era toccato cospargersi il capo di cenere e fare una netta marcia indietro. Il consiglio comunale si espresse quindi di nuovo, votando all'unanimità per la permanenza di Browser. Addirittura il sindaco di White Settlement fece a quel punto pubblica ammenda, arrivando a nominare il nostro eroe in coda e baffi “Gatto della Biblioteca a vita”.
Manco fosse il maggiordomo Edgar, antagonista de Gli Aristogatti, Elzie Clemens tuttavia continuava a tramare contro Browser e, dopo aver fatto buon viso a cattivo gioco per un po', ci ha riprovato. Stavolta tuttavia la sua proposta di allontanare il gatto dai suoi amati scaffali è stata cassata senza nemmeno venire presa davvero in considerazione. Una delle sue ultime iniziative da consigliere comunale, dato che solo pochi giorni dopo ha perso anche le elezioni comunali. Alla fine Elzie Clemens è morto nel 2022, senza avere mai avuto la soddisfazione di vedere il suo peloso avversario capitolare. Ancora oggi infatti Browser è lì, ad allietare la lettura dei frequentatori della biblioteca comunale di White Settelment e non è nemmeno più l'unico gatto-mascotte immersa tra i libri.
In America hanno seguito in molti le orme di Browser. Una delle storie più particolari è per esempio quella di Ernie, residente presso la Biblioteca Bealton a Bealton, Virginia. A trovarlo sono stati gli addetti dell'istituzione, che lo hanno adottato dopo averlo visto gironzolare dalle parti del deposito. Hanno deciso di chiamarlo così proprio in omaggio a Ernest Hemingway, che adorava in particolare i gatti polidattili come lui. Nessuno ha mai cercato di sfrattarlo, anzi. A Bealton è attiva addirittura una particolare iniziativa chiamata "Flat Ernie", grazie al quale i clienti possono fare una foto con Ernie nelle loro visite.
Non sono mancati poi gli epigoni italiani come Berio, mascotte per più di un decennio dell'omonima biblioteca genovese. La sua storia di trovatello adottato dalla struttura è stata addirittura riassunta in una serie di strisce a fumetti scritte da Sergio Badino e disegnate da Francesco D’Ippolito. Sono ancora lì, nella sezione fumetti pronte a essere lette, anche se Berio non c'è più ormai dal 2011.
Sono rimasti invece fino alla fine dei loro giorni nella Biblioteca Classense di Ravenna Obama, Dewey, Byron e Teresa: una vera e propria colonia felina, che dal 2009 dimorava tra le sezioni dell'istituzione estense. La direttrice Claudia Giuliani ha raccontato la loro storia ai lettori de ilLibraio.it: "Si chiamano Dewey, come l’inventore della classificazione decimale usata in tutte le biblioteche del mondo (che purtroppo è mancato, ndr), Byron, come il poeta inglese che soggiornò a lungo a Ravenna, Teresa, come la ravennate Guiccioli che lui amò e Obama, come il primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti d’America (il gatto è infatti nero)".
D'altra parte il rapporto tra felini e libri è sempre stato stretto. A partire da Hoffman e Hemingway (con i successori del suo Palla di neve che vivono ancora oggi nella casa museo dello scrittore a Key West), sono tanti gli autori a cui potevi togliere tutto, eccetto il loro felino.
Petrarca voleva sempre con sé la sua gatta Dulcina mentre Dante teneva spesso sulle gambe un micio nero. Ma, anche volendo andare più avanti nella storia, ricordiamo Elsa Morante che si definiva una orgogliosa gattara al pari di Doris Lessing, William S. Borroughs e T. S. Eliot. Gli ultimi tre di felini hanno anche scritto, al pari di Edgar Allan Poe che teneva la sua Cattarina detta Kate sulla spalla mentre componeva tra le altre cose anche Il gatto nero.