Lo dice la scienza

Vuoi restare giovane? Adotta un cane o un gatto "anti-age"

Secondo ricerche recenti, essere padroni di un cucciolo o di un felino aiuterebbe a rallentare l'invecchiamento celebrale

14 Lug 2025 - 17:37
 © Ultima Petfood

© Ultima Petfood

Hai mai pensato al tuo cane o al tuo gatto come a un aiuto per combattere l'età che avanza? Forse dovresti, almeno secondo diversi studi recenti che consigliano di adottare un cucciolo "anti-age". Ovviamente non sperate che il vostro amico a quattro zampe possa aiutarvi a risolvere direttamente il problema delle rughe o dei zigomi cascanti. Qui stiamo parlando di invecchiamento celebrale, che sarebbe in grado di essere rallentato dalla vicinanza con dei compagni pelosi. In particolare, secondo una ricerca svizzera pubblicata su Scientific Reports, i gatti aiuterebbero "a trovare con più facilità le parole" mentre i cani sarebbero perfetti per migliorare in generale le capacità di associazione mnemonica dei concetti. Per arrivare a queste conclusioni si è attinto nel caso specifico  dello studio dell’Università di Ginevra a un nutrito corpus di dati, raccolti ininterrottamente per 18 anni su un campione di Over 50 europei. 

Meglio un cane di un uccello

 "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri", scriveva Orwell nella sua distopica Fattoria degli animali senza sapere che a volte questo concetto può risultare vero, a prescindere dalla metafora socio-politica del libro. "La proprietà di animali domestici è stata associata a un’influenza positiva sul funzionamento cognitivo nella tarda età adulta”, ha spiegato la coordinatrice della ricerca svizzera Adriana Rostekova. “Ma si sa ancora poco su come le diverse specie di animali influenzino questo processo". La parte forse più interessante del suo lavoro è stato proprio provare a capire quali specie siano in grado di funzionare al meglio da "salva-memoria". Gatti e cani sarebbero infatti molto più funzionali allo scopo rispetto ad uccelli o pesci (già in possesso di un cervello poco propenso a trattenere informazioni a lungo). Secondo Rostekova questo dipenderebbe anche dal legame che si crea di solito con questi animali, tendenzialmente più lasco. La loro breve durata di vita e la scarsa capacità di creare legami emotivi profondi sarebbero alla base del loro minore beneficio neurologico ma agirebbero anche fattori più concreti. La  rumorosità degli uccelli per esempio "potrebbe peggiorare la qualità del sonno", fondamentale per il benessere cerebrale, senza stimolare troppo il cervello del padrone. Felini e cani al contrario attiverebbe aree specifiche del cervello, come la corteccia prefrontale e la circonvoluzione frontale inferiore. "Interagire con un cane attiva i processi attentivi ed emozionali, mentre l’imprevedibilità del comportamento dei gatti potrebbe stimolare aree cerebrali legate alla flessibilità cognitiva", si legge nella ricerca.

Anche noi possiamo influenzare i cani

 Attenzione però, perché anche noi possiamo avere effetti sull'invecchiamento del nostro animale,  come evidenzia un'altra analisi congiunta dell'Università di Washington con la Texas A&M University. In questo caso si evidenzia come lo stile di vita che propiniamo ai nostri cani o gatti può influenzare il loro invecchiamento. Come sarà facile immaginare infatti, un animale maggiormente stimolato tende a mantenere il suo cervello in forma. Si suggerisce anche per questo di rispolverare il classico gioco di "annusa e cerca". Un passatempo da fare per tutta la vita perché "tutto ciò fa pensare un po' il cane", mantenendolo più giovane e più agile. D'altra parte vale anche per l'essere umano: fin quando si ha la curiosità di scoprire e ricercare cose nuove, ci si sente un po' meno vetusti.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri