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Moratti-Thohir, le tappe e i perché del divorzio interista 

Dietro la rinuncia dell'ex patron divergenze manageriali e questioni personali 

- (p.f.) "Non mi piace che Thohir dica di voler risanare l’Inter, perché non ha nulla da risanare. L’Inter ha risposto sempre ai propri debiti, all’acquisto dei giocatori, al pagamento degli stipendi senza mai pesare su nessuno". Parole, queste, di Massimo Moratti. Parole che risalgono al 23 maggio scorso: il primo vero e proprio scontro verbale tra la vecchia e nuova proprietà nerazzurra.

Un Moratti, quel giorno, particolarmente stizzito: nelle parole, nei toni, nelle espressioni. Risentito, lontano. Certamente più di quanto non lo fosse stato tre mesi addietro, quando aveva pubblicamente invitato il magnate indonesiano a essere più presente e più vicino alla squadra. E più di quanto non fosse apparso, sempre in quei giorni, dopo l'allontanamento di Marco Branca. Perché allora, era febbraio, tante cose non erano ancora successe e forse neppure erano immaginabili.

Che l'intera "vecchia guardia" del Triplete venisse invece liquidata, che lo staff dirigenziale fosse rivoluzionato per intero, che quello medico subisse una completa sostituzione iniziando dal suo responsabile - il dottor Combi - e che la struttura comunicativa andasse incontro a una profonda rivisitazione erano cose chiaramente intuibili a inizio maggio quando Massimo Moratti intervenne pubblicamente per promuovere Zanetti alla carica di vice-presidente. Era esattamente il giorno di Inter-Lazio, quello dell'addio degli argentini, quello in cui a farla da padrone fu l'ex patron, con Thohir costretto a un ruolo più che marginale. Un blitz che creò un solco tra le parti.

Dietro i sorrisi di circostanza andava così consumandosi la rottura. L'exit-strategy morattiana da un lato, la rivoluzione silenziosa del tycoon di Giacarta dall'altra. Divergenze insanabili. Anche a livello politico, con una posizione assunta dall'Inter in Lega Calcio non condivisa dalla vecchia proprietà.

E così, dai rumors insistenti di inizio luglio, quando cioé le dimissioni della famiglia Moratti erano date come imminenti, si è arrivati sino ad oggi. All'indomani di un'assemblea dei soci durante la quale la nuova dirigenza ha nuovamente criticato la vecchia gestione, raccogliendo l'applauso della platea, e a poche ora dal diverbio pubblico con Mazzarri. L'atto conclusivo di un divorzio annunciato. Sicuramente, a questo punto, necessario.

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