Caso Tavecchio: il fronte si è spaccato
Anche Samp e Cesena dicono no. Galliani conferma il pieno appoggio. Marotta ribadisce il no
- La gaffe razzista di Tavecchio comincia ad avere serie ripercussioni. Dopo la Fiorentina, si sono schierate per il no anche Sampdoria e Cesena. Poi a sera, l'occasione dei calendari, le parole di chi sta con Tavecchio (Galliani, primo fra tutti), di chi vuole evitare spaccature e poi le parole di Marotta che dice: il fronte pro-Tavecchio si è spaccato. Per la Juve era e rimane il candidato sbagliato.
Dopo l'uscita infelice su banane e calciatori, il fronte (inizialmente il 70% dei consensi) attorno a Tavecchio ha cominciato a sgretolarsi. Ferrero era stato uno dei primi ad esprimere delle perplessità: "Ma spero si sia trattato solo di una leggerezza" aveva affermato. Il rancore per le dichiarazioni del candidato alla presidenza della Figc potrebbe aumentare da qui all'11 agosto e il rischio, in sede di votazione, è il mancato raggiungimento del 50%. Se neanche Albertini riuscisse a conquistare la maggioranza (i numeri al momento non parlano a suo favore) si rischia il commissariamento della Federazione da parte del Coni. C'è ancora tempo per impedirlo.
ANCHE IL PRESIDENTE DEL CESENA CONTRARIO
Anche il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi si è espresso contro Tavecchio: "Ho dovuto leggere almeno quattro volte le dichiarazioni del Presidente Tavecchio per la paura di aver preso un abbaglio e di aver capito 'fischi per fiaschi'. La mia reazione è stata di profonda amarezza e di grande fastidio. Sono dell'idea che, dopo aver condiviso la sua candidatura perchè abbracciava le modifiche di rinnovamento, elaborate soprattutto dai Presidenti Lotito della Lazio e Agnelli della Juventus sul futuro del calcio italiano, da oggi tutti i Presidenti della Lega di Serie A dovrebbero sentirsi liberi di votare per la presidenza federale in assoluta autonomia, seguendo solo le proprie convinzioni e la propria coscienza". Il presidente del club romagnolo scrive questo in una nota sul sito della società.
GALLIANI E MAROTTA
GIOVEDI' TUTTI DA MALAGO'
Il disagio, come si vede, sta salendo. Fra due settimane esatte si va al voto (11 agosto) coi due candidati Tavechio e Albertini. Ma prima di procedere a bruschi cambi di direzione, e al momento non c'è niente di concreto, ci sarà qualcosa di deciso e decisivo a metà settimana, ovvero giovedì: quando il presidente del Coni, Giovanni Malagò, incontrerà Tavecchio e Albertini, prima separatamente poi uno accanto all'altro. Doveva essere un colloquio per comprendere le rispettive posizioni e i progetti, a questo punto diventa un confronto necessario per capire quello che c'è alle spalle di Tavecchio: se un consenso del 70 per cento del calcio, garanzia del prima bufera-razzismo, o se qualcosa è cambiato e in modo significativo.
Niente è scontato. Al calcio del post-Brasile non basta, è evidente, un necessario cambio di passo. Potrebbe servire un commissario. Che poi sarebbe lo stesso Malagò.