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Laura Pausini va "on the road"

Al via il tuor mondiale della cantante

A pochi mesi dall’uscita del suo ultimo album, Resta in ascolto, Laura Pausini si prepara a un tour mondiale, al via dal 5 febbraio da Torino per poi decollare verso l'Europa e poi gli altri continenti.

Questa volta la tournee sarà "italiana al cento per cento", promette la cantante romagnola che in dodici anni ha già venduto 22 milioni di dischi e che per questa nuova produzione si avvale di uno staff di 70 professionisti, tutti italiani.

In alcune tappe, certamente a Torino, Roma, Milano e Parigi, ci sarà anche una sorpresa “tricolore”: un piatto fumante di pasta al sugo servito al pubblico a fine concerto. "Ci saranno luci e una scenografia particolari con sei schermi lineari ma che muovendosi in orizzontale e in verticale creano moduli ed immagini di impatto. E' un'idea”, ammette, “rubata a Robbie Williams".

La scaletta, composta da 26 canzoni, prevede tre medley, uno pianoforte e voce, uno funky e uno acustico, con due chitarre di accompagnamento. Classici come La solitudine, Non c'è e Strani amori avranno una veste nuova con cori “su tonalità” meno acute rispetto ai precedenti tour.

Scottata dall'esperienza in America "dove volevano trasformarmi in un'artista dance", Laura sente più forte che mai le sue radici italiane e, dopo il primo cd inciso in inglese From the inside, ha rifiutato di inciderne un secondo. "Ho capito”, spiega, “che l'Italia è piena di grandi talenti e che non ha senso cercare, ad esempio, musicisti per la band all'estero, almeno non per il genere di musica che faccio io". Per questo sarà accompagnata sul palco da Gabriele Fersini (chitarra), Paolo Carta (chitarra), Cesare Chiodo (basso), Bruno Zucchetti (pianoforte, tastiere e campionatori), Carlo Palmas (tastiere), Alfredo Golino (batteria), Roberta Granà e Barbara Zappamiglio (cori).

"Prima di andare negli Usa anche io avevo il mito americano, che poi si è infranto. Ho imparato”, aggiunge la Pausini, “più in Europa e in Sud America che lì. Noi siamo più professionali. In America giudicano un artista solo da come si veste e dal fatto che si muova o meno su un aereo privato".

Orgogliosa del suo pubblico, Laura sottolinea però che "non sono persone che fanno solo complimenti, ma mi rivolgono domande pungenti e critiche dure". Come quella "sul mio modo di vestire o sulla scelta di portare la cravatta". Un fan, racconta, ha perfino polemizzato in Internet "perchè nella esecuzione live di Emergenza d'amore c'è un punto in cui non faccio un acuto come nel disco".

Fino alle 5 del mattino, orario in cui va a letto, la Pausini si diverte a curiosare in Internet nei forum frequentati dai suoi fan. "Ho scoperto”, racconta, “che un gruppo di italiani si è dato appuntamento alla stazione di Milano per venire al raduno. Si riconosceranno da una cravatta nera". Ma a volte nella Rete o nelle e-mail che riceve trova spunti di discussione più delicati. "Mi scrivono in molti dalle prigioni”, rivela, “e mi chiedono di prendere posizione su temi come lo sconto della pena o la difficoltà del reinserimento in società”.

Anche se Laura, come i colleghi, risente del difficile momento della discografia, la Warner, con cui lavora, sta chiudendo molte sedi nel mondo, il suo ultimo album Resta in ascolto ha venduto un milione e 200 mila copie, un risultato da record, oltre 400 mila solo in Italia, nei 40 paesi in cui è stato pubblicato in italiano e in spagnolo. E ora è pronta per un duetto con un altro numero uno nel mondo, Eros Ramazzotti che è e resta, conclude, “un mio punto di riferimento nel lavoro".

Ecco le prime date del tour: dopo l'apertura del 5 febbraio a Torino, si prosegue il 6 a Genova, l'8 a Trieste, il 9 a Montichiari (Bs), l'11 e 12 a Milano, il 14 a Perugia, il 15 a Roma, il 17 ad Ancona, il 18 a Napoli, il 20 ad Acireale (Ct), il 21 a Reggio Calabria, il 23 a Firenze, il 24 a Livorno e il 26 a Treviso. A marzo la Pausini sarà in Francia, Belgio, Svezia, Finlandia, Olanda, Inghilterra e Svizzera, prima di tornare a Bologna il 31. Seguiranno altre date europee e in nord e sud America, con un calendario in via di definizione.