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Berlinale 64, tra i "monumenti" di Clooney e il sesso a tre di Schiller

Presentato fuori concorso al Festval di Berlino "Monuments Men", il nuovo film del divo di Hollywood.

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Al Festival del cinema di Berlino è stato il momento di George Clooney. E' stato infatti presentato sabato il film "The Monuments Men", diretto e interpretato dal divo di Hollywood con un cast di quelli delle grandi occasioni: Matt Damon, Cate Blanchet e John Goodman. Tra le pellicole in concorso è stata invece la volta di "Beloved Sisters", film che mette in scena un singolare esperimento di amore a tre da parte del poeta Friedrich Schiller.

Berlinale 64, tra i "monumenti" di Clooney e il sesso a tre di Schiller

A fornire una forte base nel rendere piu' reale l'ultimo film di George Clooney 'The monuments men' e' stata una fondazione americana, di base a Dallas, 'The Monuments Men Foundation for the Preservation of Art's'. Una organizzazione, fondata nel 2007, dedicata agli uomini e alle donne che aiutarono a salvare le opere d'arte depredate dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale.

Uomini e donne reali - riporta il giornale "Anchorage Daily News", citato in Israele da "Haaretz" - raccontati nel libro "Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia", scritto nel 2009 da Robert M. Edsel e dal quale la pellicola di Clooney è tratta. Del gruppo messo in piedi dagli Alleati nel 1943 facevano parte circa 400 persone, tutti grandi esperti d'arte e tutte votate al recupero delle opere rubate dai nazisti.

I film che parlano di arte non sono ben visti ad Hollywood. E Clooney lo sa bene, ma anche questa volta si è preso il suo rischio. Presente a Berlino quasi tutto il megacast, compresi Bill Murray e Jean Dujardin. "Noi spesso abbiamo fatto - dice Clooney - dei film cinici, amari, ma io non sono davvero così. Ho voluto anzi fare un film onesto, classico, che racconti di fiducia e speranza". Per Matt Damon invece "l'arte è l'anima della società e rappresenta la migliore cosa che abbiamo ereditato, distruggerla è una cosa irreparabile". Frase cult del film, quella finale: "un'opera d'arte vale davvero la vita di un uomo".

Venendo al concorso invece, "Beloved Sisters", di Dominik Graf, è uno dei quattro film tedeschi presenti. Siamo nell'estate 1788 in Rudolstadt. Qui il poeta ribelle Friedrich Schiller e due sorelle senza soldi, appartenenti all'aristocrazia Turingia, trascorrono un indimenticabile periodo insieme che li segnera' per sempre. L'infelicemente sposata Caroline von Beulwitz e la sua timida sorella Charlotte von Lengefeld prendono con estrema serieta' la promessa che si sono fatti di dividere ogni cosa. Così quando l'autore di "The Robbers" si sposa con Charlotte, Schiller continuera' a portare avanti il menage a tre con le sorelle a dispetto di ogni convenzione sociale.