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Anemia, i globuli rossi diventano un faro per scovare la malattia

Uno studio firmato dal Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli svela come "discriminare i globuli rossi malati simili a quelli sani"

Anemia, i globuli rossi diventano un faro per scovare la malattia - foto 1
-afp

I globuli rossi accendono un faro sulle anemie, riconoscendole in maniera affidabile e veloce.

Uno studio firmato dall'Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli (Cnr-Isasi) in collaborazione con il Centro di ricerca e biotecnologie avanzate Ceinge di Napoli firma uno studio che dimostra le "doti" diagnostiche delle particelle del sangue, vere e proprie lenti d'ingrandimento per la diagnosi delle anemie.

L'indagine, pubblicata sulla rivista Acs Analytical Chemistry, dimostra, come spiega la ricercatrice Cnr-Isasi Martina mugnano, che è possibile "discriminare i globuli rossi malati che hanno caratteristiche morfologiche simili ai globuli sani". Per raggiungere questo traguardo è stato fondamentale il contributo di un precedente studio del Cnr-Isasi, pubblicato su Nature Communications, che dimostrava come i globuli rossi in sospensione possano comportarsi da microscopiche lenti, dotate di particolari proprietà di ingrandimento e 'messa a fuoco'.

Unendo questa loro abilità alla tecnologia laser per la creazione di immagini in 3D, i ricercatori sono riusciti a stilare una serie di parametri ottici "che permettono di identificare ciascun globulo rosso risalendo quindi alle diverse forme di anemia", sottolinea Pietro Ferraro, direttore dell'Istituto.

L'anemia è il risultato di alterazioni nel numero, nella produzione e nel metabolismo dei globuli rossi. Gli esami più utilizzati nella valutazione iniziale della malattia prevedono l'emocromo completo, mentre per un'indagine più approfondita si ricorre all'analisi della morfologia cellulare con l'osservazione dello striscio di sangue periferico. L'analisi dello striscio "è tuttavia legata all'esperienza del medico che osserva le cellule al microscopio e quindi non è scevra da errori", spiega Achille Iolascon, ordinario di genetica medica dell'Università Federico II di Napoli e responsabile dello studio presso il Ceinge. "Con questo nuovo strumento diagnostico - prosegue - sarà possibile fornire ai medici un test più affidabile e veloce, che andrà a integrare i consolidati esami di laboratorio per la diagnosi delle anemie".