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Riforme, Renzi sfida Brunetta: "Non mi preoccupo delle sue parole"

"Il governo va avanti come un rullo compressore, spero che Forza Italia resti nellʼaccordo, ma penso che il patto reggerà". Secca la reazione al ddl presentato dai 22 senatori del Pd: "Non hanno i voti"

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Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, replica alle parole del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, dopo l'approvazione del ddl Delrio. "Con tutti i problemi che ha l'Italia posso preoccuparmi di cosa dice Brunetta?", ha detto Renzi. Il premier ne ha anche per i 22 senatori del Pd che hanno presentato un loro ddl di riforma costituzionale: "Non hanno i voti, il testo non ha alcuna chance di passare né al Senato né alla Camera".

E se Brunetta ha parlato di un "golpe", Renzi rivela di avere avuto un colloquio con Denis Verdini: "Abbiamo parlato di riforme e spero che Fi resti nell'accordo e che voterà il superamento del Senato e l'abolizione del Cnel. Penso che il patto reggerà: io sono molto convinto che le riforme promesse andranno avanti". "Oggi - ha spiegato il premier ospite di Otto e mezzo - abbiamo detto basta a tremila politici nelle province", sulle riforme "dobbiamo andare avanti come un rullo compressore".

A metà aprile Cdm sugli 80 euro - Renzi, dopo aver confermato che martedì sarà presentato il Def, ha annunciato che "il 15 o il 16 aprile ci sarà il consiglio dei ministri per sbloccare i denari che servono per il taglio dell'Irpef". Nei provvedimenti che saranno approvati, spiega, saranno materialmente indicate le coperture. E ancora: "Il 3,1%" del deficit/Pil "non lo faremo. Noi non siamo nei guai".

"Se Grillo vince le europee non mi dimetto" - All'ipotesi di lasciare in caso di una vittoria alle europee del Movimento Cinque Stelle, Renzi risponde un secco "no". "E per quale motivo? Noi stiano facendo le riforme, lui vota contro. Oggi il Pd e la maggioranza hanno votato per eliminare 3mila politici dalle province, loro per mantenerli, noi voteremo per abolire il Senato, loro per mantenerlo".

L'incontro con Scaroni - Il premier ha rivelato di aver pranzato con l'ad uscente di Eni, Paolo Scaroni, condannato a tre anni per disastro ambientale alla centrale Enel di Porto Tolle. "E' vero quello che dice Scaroni, il criterio di onorabilità non c'è negli altri Paesi, ma noi siamo contenti che ci sia, gli altri Paesi non ce l'hanno e su questo ha ragione, ma abbiamo ragione noi a volerla". Quanto alle nomine e alle eventuali conferme "faremo le nostre scelte di cui mi assumerò tutte le responsabilità", ha risposto il premier.