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Usa, neri uccisi dalla polizia: cortei e scontri in alcune città

Fermato,e poi rilasciato su cauzione, un leader per i diritti civili dei neri in Louisiana. In Minnesota feriti 27 agenti durante un corteo. Centinaia di arresti in vari Stati

Sono proseguite in diversi Stati le manifestazioni contro le uccisioni di neri da parte della polizia Usa.

Gran parte delle iniziative era sostenuta dal movimento "Black lives matter". Tensione a Detroit, San Francisco (dove decine di persone hanno bloccato la rampa del Bay Bridge) e Denver, dove gli attivisti hanno programmato un sit-in di 135 ore, un'ora per ogni afroamericano ucciso. Scontri in Minnesota e Louisiana. 250 gli arresti.

Un'America smarrita che da Madrid, tappa finale del suo ultimo viaggio in Europa, Barack Obama cerca di invitare alla calma, al rispetto, alla reciproca comprensione prima di recarsi martedì a Dallas per i funerali dei cinque poliziotti uccisi intervenendo ad una cerimonia interreligiosa.

Minacce contro la polizia a Dallas - A Dallas la tensione è risalita sabato sera quando il dipartimento di polizia è stato blindato in seguito ad una serie di minacce anonime e alla segnalazione di un uomo sospetto in un garage vicino, dove però le unità speciali non hanno trovato nessuno.

Domenica mattina invece un'auto ha urtato quella di una pattuglia parcheggiata di fronte alla casa di uno dei cinque agenti massacrati: si indaga per accertare se si tratta di un incidente o di un atto deliberato.

Spari contro la caserama della polizia a San Antonio - Nella notte invece alcuni colpi d'arma da fuoco hanno colpito il dipartimento di polizia di un'altra città texana, San Antonio, senza ferire nessuno: si cerca di capire se si ci siano legami con le proteste in corso.

Almeno 100 arresti a Baton Rouge e St. Paul, fermato e poi rilasciato su cauzione anche leader "Black lives matter" - Proteste che continuano pacificamente nelle principali città del Paese, da New York a San Francisco. Ma non a Baton Rouge e a St. Paul, teatri delle brutali uccisioni finite sul web e dove la rabbia resta forte. Nella città della Lousiana sono state arrestate oltre 100 persone, tra cui Deray Mckesson, giovane leader del movimento "Black lives matter", che difende la causa dei neri contro gli abusi della polizia e che ha filmato in diretta il suo fermo. Dopo alcune ore Mckesson è stato liberato su cauzione.

L'attivista si è detto amareggiato per il comportamento della polizia, che continua a provocare i manifestanti per le loro proteste pacifiche. L'associazione nazionale degli avvocati intanto ha offerto assistenza legale alle persone detenute nei cortei.

Altrettante sono finite in manette a St Paul, perché bloccavano l'interstate 94 che collega la città a Minneapolis: gli agenti hanno dovuto usare i lacrimogeni e 27 di loro sono rimasti feriti nei tafferugli. Ma una trentina di persone sono state arrestate anche a Chicago, diventata la città più violenta d'America, con un triste primato di omicidi e criminalità. Ad Atlanta nove le persone finite in manette.

Obama invita alla calma: "Rispettare la polizia è primo passo per migliorare la società" - Obama ha invitato alla calma, evitando ogni violenza. "Chiunque sia preoccupato dalla giustizia e attacca la polizia, sabota la propria causa, e se commette un delitto deve essere perseguito", ha ammonito. E comportandosi così, perderà alleati nella sua causa. Invece, ha proseguito il presidente, "mantenere un tono rispettoso e veritiero aiuterà a migliorare la società americana apportando i veri cambiamenti, che poi è l'obiettivo finale".

"Credo che la gente, negli Stati Uniti, voglia che le relazioni tra la polizia e le comunità migliorino", ha aggiunto. "Ma bisogna anche rispettare - ha concluso - la frustrazione che queste comunità sentono. Voglio che tutte le parti si ascoltino ed è quello che vogliamo ottenere nelle prossime settimane".