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G20 in Australia, è gelo tra Putin e l'Occidente sull'Ucraina

Lʼacuirsi della crisi ucraina, dopo il nuovo ingresso di truppe russe nellʼest del Paese denunciato dalla Nato, oscura i temi principali del summit. Eʼ giallo sulla partenza anticipata del leader russo

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E' gelo al G20 australiano tra Putin e l'Occidente, soprattutto con i leader dei Paesi anglosassoni. L'acuirsi della crisi ucraina, dopo il nuovo ingresso di truppe russe nel Paese, oscura i temi principali del summit. Le pressioni subite avrebbero indotto Putin a disertare la cena finale, secondo una fonte anonima della delegazione russa. Ma il Cremlino smentisce, parlando di incontri cordiali con Renzi, Hollande e Cameron.

Se Putin si aspettava una calda accoglienza diplomatica, è rimasto sicuramente deluso. Del resto, prima che il G20 cominciasse, il premier britannico David Cameron aveva ammonito che "c'è il potenziale per ulteriori sanzioni se continueremo a vedere truppe russe" in Ucraina. Mentre il premier canadese, Stephen Harper, ha attaccato frontalmente Putin nel loro primo incontro: "Le stringerò la mano ma ho una sola cosa da dirle: dovete andarvene dall'Ucraina". Putin ha ribattuto che "è impossibile perché i russi non ci sono, si intende l'esercito russo", ha riferito il suo portavoce Dmitri Peskov, parlando di uno scambio "nei limiti delle buone maniere".

Gelo con Obama - Obama non è stato meno tenero con il leader del Cremlino, con cui ha avuto solo brevi colloqui in piedi: "Gli Usa si oppongono all'aggressione russa in Ucraina, che è una minaccia per il mondo, come abbiamo visto con l'abbattimento del volo MH17", ossia il Boeing malese colpito lo scorso luglio nei cieli dell'est ucraino (298 morti).

Putin è finito nel mirino anche di una delle proteste a margine del vertice: australiani di origine ucraina hanno indossato sulla testa fasce con la scritta "Putin killer" e poi, avvolti nelle bandiere dei Paesi che hanno perso propri cittadini nell'abbattimento dell'aereo malese, hanno srotolato una grande bandiera ucraina contro i suoi "atti omicidi".

Questione ucraina - Neppure i bilaterali con i leader europei sembrano essere andati bene. Con Cameron Putin ha scambiato una stretta di mano davanti alle telecamere, ma poi l'incontro è stato a porte chiuse, segno di una certa tensione. Ad Hollande il presidente russo ha chiesto di "ridurre al minimo i rischi e le conseguenze negative" delle tensioni internazionali nelle relazioni bilaterali, su cui pesa anche la sospensione francese della consegna delle due navi da guerra Mistral. Degli incontri con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il neo presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker, incentrati sull'Ucraina, Peskov ha lasciato trapelare solo che sono stati "lunghi e circostanziati". Ma la Merkel ha ribadito che "la situazione attuale non è soddisfacente, al momento è in agenda allungare la lista di persone" da sanzionare.

Sembra essere andata meglio con Renzi, che ha auspicato un dialogo nello "spirito di Milano del recente incontro Asem per tentare di trovare una soluzione alla crisi ucraina".

Monito alla Russia - Usa, Giappone ed Australia si oppongono alle "azioni destabilizzanti" della Russia in Ucraina, chiedendo che i responsabili della distruzione dell'aereo MH17, a luglio, "vengano rinviati a giudizio". E' quanto emerge da un incontro multilaterale ai margini del G20 .